Approvato il ddl sull'Università

ok.jpgLa riforma dell’università muove i primi passi. Ieri l’approvazione in Consiglio dei Ministri di un ddl che con molta probabilità comincerà il suo iter in Senato. Ad essere ridefiniti saranno gli organi e l’articolazione interna delle Università. Sono previste fusioni e federazioni di Atenei anche a fini di razionalizzazione delle sedi e delle strutture, nonché la programmazione triennale del reclutamento del personale accademico.
“È il frutto del lavoro – commenta la Gelmini – di forte collaborazione con i ministri Tremonti e Meloni, che arriva dopo una lunga gestazione e periodi di concertazione” con tutto il sistema universitario e le parti interessate.
Il disegno di legge prevede inoltre una delega al Governo per l’introduzione di meccanismi premiali, per la razionalizzazione della normativa contabile, per la valorizzazione e qualificazione delle attività didattiche e della ricerca del personale. Le università rimarranno autonome ma risponderanno delle loro azioni se saranno gestite male riceveranno meno finanziamenti, decretando così la fine dei finanziamenti a pioggia.
Il merito sarà uno dei principi su cui è incardinata la riforma dell’università. Entro sei mesi dall’approvazione della legge gli atenei dovranno approvare statuti che recepiscano le seguenti novità.
Codice etico anti-parentopoli: ci sarà un codice etico per evitare incompatibilità, conflitti di interessi legati a parentele.
Rettori a tempo: un rettore non potrà rimanere in carica per più di 8 anni (attualmente ogni università decide il numero dei mandati), con valenza retroattiva.
Funzioni nettamente distinte tra senato e cda: il senato avanzerà proposte di carattere scientifico, ma sarà il cda ad avere la responsabilità chiara di spese e assunzioni, anche delle sedi distaccate. il cda non sarà elettivo, avrà il 40% di membri esterni e anche il presidente potrà essere esterno. è prevista una presenza qualificata di studenti negli organi di governo.
Introduzione di un direttore generale: la riforma della governance prevede, inoltre, la figura di un direttore generale, un vero e proprio manager di ateneo, al posto dell’attuale direttore amministrativo. Il nucleo di valutazione d’ateneo avrà una maggiore presenza di membri esterni per garantire una valutazione oggettiva e imparziale.
Pagelle ai professori e certificazione presenza: gli studenti valuteranno i professori e questo giudizio sarà determinante per l’attribuzione dei fondi alle università da parte del ministero. I docenti avranno l’obbligo di certificare la loro presenza a lezione. Viene, inoltre, stabilito un riferimento uniforme per l’impegno dei professori a tempo pieno: 1.500 ore annue di cui almeno 350 destinate ad attività di docenza e servizio per gli studenti. Scatti stipendiali solo ai prof migliori e possibilità di prendere 5 anni di aspettativa per andare nel privato senza perdere il posto.
Fusioni e riduzione dei settori disciplinari: ci sarà la possibilità di unire o federare università vicine per abbattere costi e aumentare la qualità di didattica e ricerca. saranno ridotti i settori scientifico-disciplinari dagli attuali 370 alla metà (consistenza minima di 50 ordinari per settore) per evitare che si formino micro-settori che danno troppo potere a cordate ristrette. riduzione delle facoltà che potranno essere al massimo 12 per ateneo.
Abilitazione nazionale: il ddl introduce l’abilitazione nazionale per l’accesso di associati e ordinari. l’abilitazione è attribuita da una commissione nazionale (anche con membri stranieri) sulla base di specifici parametri di qualità. i posti saranno poi attribuiti a seguito di procedure pubbliche di selezione bandite dalle singole università. si prevede una netta distinzione tra reclutamento e progressione di carriera.
Spazio ai giovani ricercatori: si prevedono contratti a tempo determinato di 6 anni (3+3), al termine dei quali se il ricercatore sarà ritenuto valido dall’ateneo sarà confermato a a tempo indeterminato come associato. il provvedimento abbassa l’età in cui si entra in ruolo da 36 a 30 anni con uno stipendio che passa da 1.300 a 2.100 euro. tra le novità l’aumento degli importi degli assegni di ricerca e l’abolizione delle borse post-dottorali.
Bilanci trasparenti, commissariamento per conti in rosso: verrà introdotta una contabilità economico-patrimoniale uniforme, secondo criteri nazionali concordati tra i ministeri dell’istruzione e del tesoro. debiti e crediti saranno resi più chiari nel bilancio. è previsto il commissariamento per gli atenei in dissesto finanziario.
Aiuti a studenti meritevoli: è prevista la delega al governo per riformare la legge 390/1991, in accordo con le regioni. l’obiettivo è quello di spostare il sostegno direttamente agli studenti. Sarà costituito un fondo nazionale per il merito al fine di erogare borse di studio e di gestire, con tassi bassissimi, i prestiti d’onore.

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2 comments
  1. Reputo, basandomi esclusivamente sulle mie conoscenze e competenze in materia di ricerca e di gestione universitaria, che taluni punti del suddetto articolo vadano e-
    saminati attentamente prima di rimanere, come al solito da qualche mese a que-
    sta parte, soggetti alle solite ed estenuanti critiche da parte delle opposizioni e di tutti quelli il cui giudizio sull’operato di questa maggioranza è sempre scettico, se non violento e polemico. Nel corso di tale legislazione, infatti, sembra che qualcosa stia cambiando in quanto a un certo sistema che, purtroppo, ha quasi messo in pie-
    di il nostro paese, consentendo favoritismi, assenteismi, opportunismi e financo cor-
    ruzione negli apparati pubblici. Il lavoro da espletare, in tal senso, è veramente im-
    menso, ma credo che occorra solo cominciare, prima o poi. Buon lavoro!

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