Profumo, investimenti strutturali per l’internazionalizzazione

Sono 4 i punti da cui passa l’internazionalizzazione dell’università italiana secondo il ministro dell’Università e ricerca, Francesco Profumo: un portale Paese che riunisca l’offerta formativa universitaria; corsi in inglese per lauree specialistiche e dottorati; test in inglese nei loro Paesi per gli studenti stranieri che vogliano studiare in Italia e corner nelle università per le procedure del permesso di soggiorno e codice fiscale.

Internazionalizzazione. Gli obiettivi futuri del Politecnico di Milano

Sono 4 i punti da cui passa l’internazionalizzazione dell’università italiana secondo il ministro dell’Università e ricerca, Francesco Profumo: un portale Paese che riunisca l’offerta formativa universitaria; corsi in inglese per lauree specialistiche e dottorati; test in inglese nei loro Paesi per gli studenti stranieri che vogliano studiare in Italia e corner nelle università per le procedure del permesso di soggiorno e codice fiscale.

<<L’università ha bisogno di un progetto complessivo – ha spiegato Profumo in un incontro al Politecnico di Milano – con policy definite che ci facciano aumentare la qualità dei nostri interventi>>. Per rendere i nostri atenei più attraenti a livello internazionale, Profumo ha elencato una serie di investimenti strutturali <<che dall’anno accademico 2012-2013 ci facciano competere a livello internazionale – ha continuato – Il primo sarà il portale www.studyinitaly.it, che partirà in via sperimentale nel 2012-2013 e poi apriremo nei tempi dovuti l’anno successivo, dove gli studenti stranieri potranno trovare tutta l’offerta formativa dei corsi di laurea, le borse di studio e gli indici di prestazione>>. A veicolare questo strumento saranno consolati e ambasciate, ricercatori, studenti e aziende italiane che lavorano all’estero.

Altro punto saranno i corsi in lingua inglese. <<Ci sarà la possibilità di seguire lezioni in inglese – ha aggiunto – per le lauree specialistiche e dottorati. Dal 2012-2013 abbiamo firmato un accordo decennale con Cambdrige assessment in modo che tutte le facoltà non a numero chiuso facciano fare dei test in inglese agli studenti stranieri nelle capitali dei Paesi Bric, più Russia, Francia, Usa e Germania>>. Infine le difficoltà burocratiche. <<Ci saranno corner negli atenei, in accordo con il Viminale e il Tesoro, dove gli studenti potranno espletare le procedure di visto e codice fiscale. Lavoreremo poi sulla legge Bossi-Fini – ha concluso – per rendere più facile il percorso degli studenti stranieri che una volta laureatisi qui, vogliano lavorare in Italia>>.
Fonte: Ansa

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