Dl Albania: dai beni confiscati alla criminalità più posti letto agli studenti

Tutte le misure contenute nel provvedimento d’urgenza in materia di università, lavoro e ricerca approvato dal Consiglio dei ministri di ieri insieme al Dl Albania impattano in maniera diretta o indiretta sull’attuazione del Piano di ripresa e resilienza. Basta prendere il pacchetto di misure inserite dal Mur per rendersene conto. Ad esempio sull’housing universitario che appare in affanno, visto che con le richieste finora arrivate si coprirebbero poco più di 10 mila posti letto a fronte dei 60 mila da reperire entro giugno 2026, e che vede ora un doppio potenziamento del ruolo affidato al Demanio per provare ad accelerare.

Maggiore potere all’Agenzia del Demanio per i posti letto

L’articolo 6 del decreto, da un lato, autorizza l’Agenzia a svolgere il ruolo di stazione appaltante per la progettazione o la realizzazione di residenze e alloggi universitari non solo su edifici dello Stato, ma anche su beni confiscati alla criminalità organizzata; dall’altro, consente alla commissaria straordinaria Manuela Manenti di avvalersi, previa convenzione e senza oneri per le prestazioni rese, della struttura per la progettazione di beni ed edifici pubblici attiva presso il Demanio per le attività di supporto tecnico in materia di studentati, incluso il monitoraggio dell’avanzamento degli interventi (il cosiddetto project management). L’articolo 7, poi, favorisce il completamento del nuovo campus universitario del Politecnico di Milano, in zona Bovisa, all’interno del quale sarà realizzato un parco scientifico/polo dell’innovazione.

La proroga per il Cun e l’abilitazione scientifica nazionale

Tra le altre disposizioni in materia di università spicca infine una doppia proroga. Quella di un anno, cioè fino al termine del 31 luglio 2025, del Consiglio universitario nazionale (Cun) nella sua attuale composizione, così da consentire il riordino dell’organo di di indirizzo del Mur nell’ambito del progetto di revisione in corso della legge Gelmini del 2010. E quella di due quadrimestri delle commissioni che si occupano della procedura a sportello per l’abilitazione scientifica nazionale (l’Asn), il “patentino” che gli aspiranti prof universitari devono conseguire se vogliono partecipare ai concorsi banditi dagli atenei.

Al tempo stesso viene prorogata di altri 12 mesi (vale a dire fino al 31 dicembre 2026) la validità della procedura di chiamata diretta, nel ruolo di ordinario o associato, dei professori di seconda fascia e dei ricercatori a tempo indeterminato in servizio nell’università, che abbiano conseguito l’Asn. Anche in questo caso in attesa del restyling della legge 240/2010.

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