Il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Maurizio Sacconi difende i giovani e li invita ad essere parte attiva nella ricerca del lavoro. E richiama il mondo accademico e i centri di formazione alle proprie responsabilità per la mancata occupazione dei laureati. Sottolinea, infine, l’importanza dell’internazionalizzazione, salutando con un messaggio augurale la terza edizione dello Young International Forum.
“Può non essere colpa vostra se avete un titolo poco spendibile sul mercato del lavoro perché siete stati lasciati soli nella scelta formativa oppure l’offerta educativa, che in questi anni si è resa molto disordinata, vi ha tratto in percorsi che non si sono rivelati qualificati”. E’ rivolgendosi ai giovani e parlando direttamente a loro che il Ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi – in un’intervista in esclusiva al direttore del Corriere dell’Università Job Mariano Berriola – riapre il noto capitolo “disoccupazione”.
Il Ministro da una parte libera i giovani dalla “colpa” dell’essere disoccupati e dall’altra li invita a reagire ed a non aspettare passivamente la propria opportunità. “Ad un certo punto è responsabilità vostra reagire anche quando le colpe possono essere degli altri. E reagire vuol dire mettersi in gioco, accettare all’inizio anche un lavoro così diverso dalle proprie aspirazioni magari anche dopo il percorso educativo”. Invita inoltre a riscoprire il lavoro manuale, un campo bistrattato dalle nuove generazioni ma di certo non inferiore a quello intellettuale. “Coloro che hanno l’intelligenza nelle mani devono valorizzare le loro conoscenze tecniche e pratiche. Queste non possono essere considerate di serie B, anzi è partendo da tali capacità che può rinascere l’interesse per approfondire le competenze teoriche”.
Sacconi pone infine un accento positivo sull’argomento internazionalizzazione, salutando la III edizione dello YIF, Young International Forum che partirà il prossimo lunedì 11 aprile e ricordando ai giovani che alla base del processo di internazionalizzazione c’è la conoscenza della lingua inglese, un vademecum per tutte le professioni del futuro. “Non dimentichiamo che una delle maggiori carenze nella professionalità richieste ai giovani consiste in una buona conoscenza della lingua inglese. Un requisito così basico, ma nello stesso tempo non facilmente reperibile nel nostro mercato del lavoro”. “Per questo – aggiunge il titolare del dicastero del Lavoro – l’esperienza esterna deve essere innanzitutto dedicata alla lingua. Anche i nostri emigranti più umili con una modesta educazione di partenza hanno imparato le lingue più complesse sul campo e i nostri giovani devono essere disponibili a fare questa conoscenza”.