Carabinieri in classe per “convincere” gli studenti a non occupare la scuola

Invitati dalla dirigente scolastica del “Majorana” di San Lazzaro. Per il collettivo Osa si è trattato di una “intimidazione”.
occupazione

Carabinieri e Polizia Locale in classe per “convincere” gli studenti a non occupare la scuola: succede in provincia di Bologna dove la preside dell’istituto “Majorana” di San Lazzaro di Savena ha invitato i rappresentanti delle forze dell’ordine a tenere una sorta di lezione ai rappresentanti di istituto per informarli sui rischi che correrebbero nel caso si decidesse di dare vita a quell’occupazione di cui da giorni si spiffera tra i corridoio dell’istituto.

Situazione calda a Bologna

Per gli studenti però, quella che doveva essere una lezione informativa, alla fine si è trasformata in una vera e propria “intimidazione” da parte di Polizia Locale e Carabinieri. Tanto che adesso appare molto remota l’ipotesi che le aule possano essere realmente occupate così come successo nelle scorse settimane in molti istituti superiori di Bologna.

Le reazioni: “E’ stata un’intimidazione”

Ieri con una circolare la dirigente scolastica, Patrizia Scerra, aveva a convocato in sala riunioni i rappresentanti di classe, i rappresentanti d’istituto e invitato alcuni membri del Collettivo che dopo la fine della riunione sono sbottati sui social: “Ci hanno mandato i carabinieri a farci lezione sulle conseguenze civili e penali dell’occupazione e per fortuna che nella circolare si parlava della ‘giornata dell’ascolto dei minori’. L’abbiamo vissuta come un’intimidazione. Se prima c’era aria di occupazione, ora non più, visto che le conseguenze, ci han detto, ricadrebbero principalmente sui rappresentanti e su chi gestisce l’occupazione” hanno scritto quelli del collettivo Osa.

La replica della preside

“Intanto abbiamo un ottimo rapporto con le forze dell’ordine – ha detto invece la preside Scerra al Corriere di Bologna – e organizziamo spesso incontri perché i ragazzi non le temano. E poi, essendomi arrivate voci di un’occupazione caldeggiata da ragazzi di prima e seconda, era giusto che sapessero le conseguenze civili e penali, perché sono molto inconsapevoli. Con questo incontro volevamo renderli più consapevoli delle eventuali conseguenze”.

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