A Mattarella il dottorato honoris causa a Messina: “Obiettivo Trattati istitutivi dell’Europa non era l’economia, ma una pace duratura”

Il presidente della Repubblica torna a parlare di pace e della solidarietà europea
Messina – Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella a Messina in occasione della cerimonia di inaugurazione dell’anno accademico 2024/2025 dell’Università degli Studi di Messina e al conferimento del Dottorato honoris causa in Scienze delle Pubbliche Amministrazioni al Presidente della Repubblica., oggi 22 gennaio 2025. (Foto di Paolo Giandotti – Ufficio Stampa per la Stampa e la Comunicazione della Presidenza della Repubblica)

“Il processo di integrazione istituzionale tra gli Stati europei ha avuto inizio, come è noto, il 23 luglio 1952, con il Trattato istitutivo della Comunità europea del carbone e dell’acciaio, firmato a Parigi il 18 aprile 1951 da sei paesi, Belgio, Francia, Germania, Italia, Lussemburgo e Paesi Bassi. Quel Trattato ha origine da un’idea di Jean Monnet, fatta propria da Robert Schuman, Ministro degli esteri francese, con la presentazione di un piano che porta il suo nome, il 9 maggio 1950. La proposta fu rapidamente accettata dai sei Paesi e, in meno di un anno, il Trattato fu ratificato. Ma perché proprio il carbone e l’acciaio? Va sottolineato che si trattava dell’energia e della base degli armamenti. A ben vedere, è come se cinquant’anni dopo alcuni Paesi avessero posto in comune tra di loro petrolio e armamenti atomici”. Sono le parole del Capo dello Stato Sergio Mattarella durante la lectio di apertura dell’anno accademico all’Università di Messina dopo avere ricevuto il dottorato honoris causa.

“La scelta era storicamente motivata da due fattori fondamentali. I principali giacimenti di carbone erano situati in un’ampia zona di confine a lungo contesa tra Francia e Germania e oggetto di numerosi e sanguinosi conflitti. L’acciaio, inoltre, era una risorsa fondamentale per la produzione di armamenti e l’accordo impediva a entrambi i Paesi, Francia e Germania. di riarmarsi in segreto” ha proseguito. “L’economia era, quindi, lo strumento ma il fine del Trattato era la pace, una pace solida e duratura dopo la tragedia delle due guerre mondiali e i tanti conflitti precedenti”.

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