Un dito artificiale connesso ai nervi dell’avambraccio. Per la prima volta al mondo i ricercatori della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa hanno creato un dito artificiale che percepisce le differenze tra superfici lisce e ruvide. Lo straordinario successo è stato raggiunto grazie alla collaborazione tra la scuola pisana e l’École Polytechnique Fédérale di Losanna.
Il danese Aabo Sørensen – che nel 2014 perse una mano in seguito allo scoppio di un petardo – è riuscito a distinguere al tatto le differenza tra superfici lisce e ruvide, attraverso un dito artificiale connesso a elettrodi impiantati chirurgicamente sul suo avambraccio dai ricercatori dell’ Istituto di BioRobotica della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa e dell’École Polytechnique Fédérale di Losanna, con la collaborazione dei ricercatori dell’Università di Pisa, dello IRCSS San Raffaele Pisana, dell’Università Cattolica del Sacro Cuore e dell’Università Campus Bio-Medico di Roma.
“Percepivo la stimolazione quasi come quella che avrei potuto sentire con la mia mano e ancora sento la mia mano mancante, è come se avessi il pugno chiuso. Con il dito artificiale ho sentito le sensazioni sulla punta del dito indice della mia mano fantasma” ha dichiarato Dennis Aabo Sørensen parlando dell’esperimento, sviluppato dal team di Calogero Oddo dell’Istituto di BioRobotica della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa e dal professorSilvestro Micera dell’École Polytechnique Fédérale di Losanna.
Nel corso della ricerca, da poco pubblicata sulla rivista scientifica eLife, i ricercatori hanno testato la capacità di Sørensen di discriminare la texture di una superficie di plastica sulla quale erano state tracciate delle linee a distanze differenti: come risultato l’uomo è riuscito a distinguere le superfici ruvide rispetto a quelle lisce nel 96% dei casi.
“Questo studio unisce scienze di base e ingegneria applicata e fornisce evidenze aggiuntive dei contributi che la ricerca in neuroprotesica può dare al dibattito neuroscientifico, specificamente sui meccanismi neuronali del senso del tatto umano”, ha sottolineato Calogero Oddo dell’Istituto di BioRobotica della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa e primo autore della pubblicazione. “Dalle protesi sarà anche traslato ad altre applicazioni come il tatto artificiale nella robotica per la chirurgia, per il soccorso e per il settore manifatturiero”, ha concluso Oddo.
Ecco l’infografica pubblicata dalla Scuola Superiore Sant’Anna
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