Blocco degli scrutini, precettazione, dialogo con docenti e sindacati, impossibile con questi ultimi, ma anche la ferma volontà del governo di portare avanti l’impianto della riforma senza modifiche e gli inevitabili sacrifici che questo comporterà: interviene a tutto tondo il sottosegretario all’Istruzione Davide Faraone in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera. “Io vedo la scuola come uno specchio che si è rotto. Ognuno pensa solo al proprio frammento. Bisogna invece rifare lo specchio. Ci voleva un governo che avesse il coraggio di chiudere quella stagione e ripartire da zero. A costo di prendersi insulti”.
Ecco l’intervista integrale:
Che farete in caso di blocco degli scrutini, precetterete?
“Non si arriverà a tanto, sono convinto che la stragrande maggioranza degli insegnanti non seguirà questa logica”.
Non ci sono solo i Cobas però: una mail su due, in risposta alla lettera di Renzi, è negativa:
“La stragrande maggioranza dei docenti è fatta di persone serie, con loro vogliamo dialogare e ascoltare, prendiamo indicazioni dalle loro critiche costruttive, quando entrano nel merito. A differenza dei Cobas o di quei sindacalisti che, pur di criticare ideologicamente la riforma, vorrebbero mettere in discussione l’anno scolastico”.
Con i Cobas e le altre sigle sindacali non volete dialogare?
“Non è che non vogliamo, è che non è possibile. Sono pregiudizialmente contrari”.
Ma anche i tre sindacati confederati si aspettano modifiche.
“E noi ascoltiamo e interverremo mantenendo però invariato l’impianto della legge. Quello non lo vogliamo toccare. Nello specifico: fine della stagione del precariato e della supplentite, nella scuola si entra solo per concorso. Collegamento scuola-lavoro. Infine, principio di autonomia, perché qui c’è tutta la responsabilità, e il merito, di insegnanti e dirigenti scolastici”.
I professori non vogliono un dirigente capo assoluto, temono logiche clientelari.
“Ma non ci saranno nuove infornate di presidi, i dirigenti sono quelli, abbiamo fiducia in loro, fanno un ottimo lavoro”.
Assumerete 100 mila precari, poi 60 mila con concorso. E gli altri 120 mila?
“Non possiamo assumerli tutti subito, noi seguiremo le richieste delle scuole per cancellare le supplenze brevi e consentire la ripresa di tutte le attività formative aggiuntive”.
E chi ha ottenuto l’abilitazione e rischia di perdere tutto?
“Io vedo la scuola come uno specchio che si è rotto. Ognuno pensa solo al proprio frammento. Bisogna invece rifare lo specchio. In passato sono stati fatti pasticci; ma che dovevamo fare? Restare nella melma per la pace sociale? Ci voleva un governo che avesse il coraggio di chiudere quella stagione e ripartire da zero. A costo di prendersi insulti”.
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