Nel pomeriggio di ieri al termine del massivo corteo sindacale e studentesco le studentesse e gli studenti dell’UdS si sono riuniti nei pressi della sede nazionale del Partito Democratico in via Sant’Andrea delle Fratte, a Roma, per portare la voce della piazza e svegliare, con il rumore delle pentole sbattute, il partito che si è fatto tra i promotori maggiori de La Buona Scuola
“Ci sono tante persone che oggi protestano, noi ascoltiamo, perché è giusto ascoltare, parlare”, ma “siamo il primo governo che mette 3 miliardi sulla scuola” – ha dichiarato Renzi nella mattinata di ieri in risposta alla massiva mobilitazione degli studenti.
Risponde Danilo Lampis, coordinatore nazionale dell’Unione degli Studenti – “La democrazia, caro Renzi, si pratica senza se e senza ma. Noi oggi siamo qui a fare rumore per portare alle vostre orecchie sorde le grida del corteo, dei docenti, degli studenti, del personale ATA e dei cittadini che vi hanno preso parte. Lo slogan degli spezzoni studenteschi della manifestazione non a caso era “La scuola e la democrazia #nellenostremani” perché crediamo che ci sia bisogno di una radicale inversione di tendenza nelle politiche di governo che riguardano l’istruzione, il lavoro, il welfare e l’economia”.
“Abbiamo provato a portare i colori e le istanze di un corteo pieno di persone, contenuti e colori sotto la sede di un partito ormai vuoto e chiuso nelle sue stanze –afferma al Corriere dell’Università Riccardo Laterza, portavoce nazionale della Rete della Conoscenza -. Siamo stati bloccati dalle forze dell’ordine, nella piena conferma di una gestione di piazza e della democrazia autoritaria e reticente all’ascolto vis-a-vis, nella quale la scuola, la democrazia e la politica vengono esercitate con il confronto demagogico in 140 caratteri di un tweet del Premier. Abbiamo quindi lasciato le nostre mani sugli scudi della polizia e per terra, a simboleggiare la nostra presenza, colorata ma persistente e ostinata.”
Il rumore degli studenti è riuscito a far sì che fossero ricevuti dall’Onorevole Orfini. “Oggi abbiamo registrato un’apertura tardiva al confronto e non un’apertura al cambiamento radicale rivendicato dalle piazze dello sciopero da parte del PD. – continua Danilo Lampis -. Non possiamo inoltre tollerare che il PD sia ancora chiuso rispetto ad alcune delle nostre rivendicazioni chiave e che si continui a procedere per delega sui temi più fondamentali per la scuola: diritto allo studio, governance, valutazione, reclutamento, revisione del Testo Unico. A fronte di questo non possiamo che continuare a rivendicare il blocco totale del disegno di legge e l’apertura di un processo democratico reale.”
“Abbiamo scelto la sede del Partito Democratico per ricordare al governo e al paese che quel mezzo milione di studenti, docenti, personale ATA, genitori oggi in piazza deve essere l’interlocutore preferenziale del Governo – afferma Alberto Campailla, portavoce di Link Coordinamento Universitario – Perchè non possono esserci ulteriori forzature democratiche in questo Paese, succube di politiche di austerità e ridefinizione di responsabilità politiche. Chiediamo che il PD, in quanto partito di maggioranza che esprime il Presidente del Consiglio, si assuma la responsabilità di ascoltare le rivendicazioni della piazza, di chi vive ogni giorno nel mondo della scuola e della precarietà.”
“Se il governo non saprà cogliere realmente le istanze della piazza continueremo a mobilitarci -conclude Danilo Lampis, coordinatore nazionale dell’UdS – a partire dal boicottaggio delle prove INVALSI il 12 Maggio, espressione, anch’esse, di un modello di gestione autoritario, antidemocratico e assolutamente non partecipato. La scuola e la democrazia sono nelle nostre mani, stiamo sbattendo le pentole e facendo sentire la nostra voce al Partito di Governo perchè è a partire dai bisogni reali che bisogna costruire le riforme nel Paese e non degli interessi di pochi”.
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