Pasqua: tutti in vacanza, tranne le maestre. Costrette a timbrare il cartellino nei municipi di Roma dal momento che asili e materne erano già chiusi, centinaia di maestre si sono ritrovate ieri e oggi ad affollare corridoi e stanze degli uffici pubblici, dall 8 del mattino alle 15 del pomeriggio, per ottemperare alle norme contenute nel loro nuovo contratto collettivo.
Una situazione nuova rispetto agli scorsi anni, quando le maestre potevano andare in vacanza così come i loro studenti, restando però a disposizione in caso di necessità. Il nuovo contratto unilaterale, però, prevede solo 28 giorni di ferie per le maestre, mentre molti maggiori sono i giorni di chiusura delle scuole, pertanto, chi non avesse giorni di permesso da spendere o chi li volesse conservare per il periodo estivo si trova costretto a recarsi negli uffici comunali a fare semplicemente presenza dal momento che di bambini non se ne vede nemmeno l’ombra.
La situazione ha raggiunto un limite di sostenibilità nei municipi IV e XIII di Roma Capitale, dove per il grande afflusso di maestre e la necessità di rimanere in loco per le 7 ore previste da contratto ha messo a dura prova gli standard di sicurezza della struttura pubblica.
“La nostra sede è stata invasa da 200 fra maestre e educatrici – racconta Emiliano Sciascia, presidente del IV – Così è impossibile garantire gli standard di sicurezza. Bisogna risolvere il problema urgentemente per evitare il collasso delle strutture territoriali”. Anche perché, come sottolinea il presidente del XIII, Valentino Mancinelli, “a luglio la situazione diventerà ingestibile”.
“Una condizione umiliante”, affermano alcune maestre costrette all’inattività per tuttta la giornata lavorativa, sedute a terra nei corridoi dei municipi. “Così viene lesa la dignità del lavoro” tuonano in coro le sigle sindacali.
Tuttavia, non in tutti i municipi si è verificata la stessa problematica, in molte scuole le insegnanti sono state semplicemente invitate ad utilizzare le proprie ferie per non creare disagi, altre sono rimaste aperte e le maestre hanno potuto svolgere attività di programmazione. Così, mentre i presidenti dei municipi IV e XIII chiedono una revisione del contratto unilaterale, alcune semplici iniziative di buon senso potrebbero riportare tutto alla normalità.
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