Il nuovo sistema di calcolo ISEE nelle ultime settimane ha creato non pochi problemi, e ne creerà ancora se gli atenei non prenderanno le dovute misure di salvaguardia.
In particolare considerato che in base all’art.4 comma 5 DPCM 159/2013 per coloro i quali fanno richiesta di borsa di studio, ai fini dell’accertamento dei requisiti per il mantenimento della stessa, gli enti per il Diritto allo studio hanno l’obbligo specifico di sottrarre l’ammontare della borsa percepita nell’anno precedente al valore dell’ISEE.
Il calcolo della borsa percepita non peserà ai fini dell’ottenimento della stessa negli anni successivi, ma avrà sicuramente effetto ai fini del pagamento delle tasse universitarie per chi la borsa non la percepisce più e per la fiscalità generale delle famiglie.
“Il nuovo calcolo ISEE presenta numerosi buchi neri a partire da come vengono trattate le prestazioni assistenziali, previdenziali e indennitarie, nel caso di noi studenti, le borse di studio – commenta Gianluca Scuccimarra, coordinatore dell’UDU. Certo la legge si preoccupa di salvaguardare coloro che fanno richiesta di borsa dopo averla ottenuta gli anni precedenti: gli enti, infatti, hanno l’obbligo di non calcolare l’ammontare della borsa percepita l’anno precedente nell’ipotesi in cui l’ISEE sia presentata al fine di ottenere la borsa stessa. Ma per tutti gli altri casi in cui la borsa percepita precedentemente viene calcolata? La borsa di studio ha un ruolo sociale specifico: quello di garantire anche a chi non può permetterselo la possibilità di accedere ai più alti gradi dell’istruzione. Chi fa richiesta di borsa si trova in una situazione economica di fascia bassa. Calcolare la borsa ai fini del pagamento delle tasse universitarie, nell’ipotesi in cui uno studente l’avesse persa, o ai fini della fiscalità generale delle famiglie andrà a pesare esclusivamente a chi vive già condizioni economiche difficili. Il ruolo delle borse di studio, se percepite, dovrebbe essere quello di favorire le famiglie, non penalizzarle.”
Scuccimarra conclude “A fronte di questa situazione abbiamo deciso di presentare in tutti gli organi maggiori degli atenei italiani una mozione che vada a salvaguardare quelle situazioni penalizzate dal nuovo metodo di calcolo ISEE. Due le richieste che porteremo nei nostri atenei: la prima consiste nell’inserimento di una clausola ad hoc nei regolamenti delle tasse per cui gli atenei nell’assegnazione della fascia di tassazione non prenda in considerazione la percezione della borsa di studio negli anni precedenti, affinché gli studenti che perdono la borsa ma che si trovano in condizioni economiche precarie non siano penalizzati ulteriormente; la seconda verte alla creazione di tavoli di monitoraggio in ogni ateneo fin da subito in modo da aver chiaro l’impatto del nuovo sistema di calcolo della condizione economica e attuare i necessari accorgimenti, in questo senso sarà necessario invitare e dare la possibilità agli studenti di presentare la nuova dichiarazione ISEE in vista del prossimo anno accademico in questa prima parte dell’anno. Non è possibile pensare che in un momento di difficoltà economica delle famiglie, per cui una delle principali problematiche è il mantenimento dei figli agli studi, non si pensi a come salvaguardare determinate situazione. Se si pensa che sia questo il modo per favorire l’accesso ai più alti gradi dell’istruzione, la direzione è quella opposta: crediamo in un’università e in un sistema includente non escludente come quello che questa legge delinea sotto tali profili.
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