Rilasciavano falsi diplomi necessari per far assumere personale amministrativo e tecnici in alcune scuole, in altri casi avevano certificato l’assunzione di personale Ata che in realtà non era mai avvenuta: nuova bufera su alcuni istituti scolastici campani. Questa volta sono finiti nell’occhio del ciclone quattro scuole paritarie. A scoprire la truffa i finanzieri del Comando provinciale di Udine che hanno denunciato alla Procura della Repubblica 39 persone, ritenute responsabili di aver falsamente attestato il possesso di titoli culturali, professionali o di servizio per ottenere l’assunzione con contratti a tempo determinato in varie scuole, dal 2018 al 2022, come addetti amministrativi, tecnici e collaboratori scolastici.
Le indebite assunzioni hanno provocato un danno erariale di 2 milioni di euro, già segnalato alla Corte dei Conti. Per 15 delle persone assunte, i diplomi falsi risultavano riconducibili a quattro istituti scolastici campani, che rilasciavano all’occorrenza e a richiesta pergamene o certificati di diplomi illegittimi o mai realmente conseguiti. Una persona era stata assunta a tempo determinato sulla base di un diploma di licenza media mai conseguito.
Sono 30 i dipendenti Ata che hanno dichiarato il possesso di titoli di servizio falsi, attestando di aver lavorato in alcuni istituti scolastici paritari. Le indagini hanno dimostrato l’inesistenza di tali esperienze professionali, per le quali non era stato corrisposto alcuno stipendio, né versato alcun contributo. In alcuni casi, gli istituti scolastici paritari avevano comunicato l’avvio del rapporto di lavoro ex post, a ridosso del termine per presentare la domanda di inserimento nelle graduatorie.
“Avanti così, sì alla legalità, no ai diplomifici – è stato il commento del ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara – L’operazione della Guardia di finanza va nella stessa direzione delle misure che stiamo adottando come Ministero per evitare il formarsi di sacche di illegalità nella scuola. Intanto, sulla specifica vicenda, abbiamo dato indicazioni perché siano intensificati i controlli da parte dei dirigenti scolastici sui titoli indicati dal personale ai fini della formazione delle graduatorie. Nella scuola non può esservi illegalità” ha concluso il ministro.
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