Soccorre un’amica che litigava con il fidanzato durante una gita: “La scuola mi ha punito con 8 in condotta”

La denuncia di una studentessa di Lecco: “Costretta a cambiare scuola per il clima che si è creato. Alcuni docenti mi hanno detto che avrei fatto meglio a non intromettermi”.

Punita con un 8 in condotta per aver cercato di soccorrere la sua compagna di camera che stava litigando con il fidanzato durante una gita. È quanto è successo a una studentessa che frequenta il quarto anno di una scuola superiore di Lecco. La ragazza, alla fine dell’anno scolastico, ha deciso anche cambiare istituto a causa del clima di ostracismo messo in atto nei suoi confronti da parte dei docenti che addirittura le avrebbero detto “avresti fatto meglio a farti i fatti tuoi, così non sarebbe successo nulla”.

L’episodio, raccontato dalla stessa studentessa attraverso una lettera pubblicata questa mattina sul Corriere della Sera, risale allo scorso 22 aprile quando la scuola di Lecco si era recata a Napoli per un viaggio d’istruzione. Durante una delle notti passate in albero però ci sarebbe stata una discussione tra una coppia di fidanzati proprio all’interno della camera della studentesse che avrebbe cercato di intervenire pretendendo di entrare in stanza ma che, come risposta, sarebbe stata vittima di un’aggressione da parte del ragazzo.

“Si tratta di un’aggressione avvenuta in albergo nel cuore della notte da parte di un compagno: – ha scritto la studentessa – un’aggressione fisica (sono stata spintonata) e verbale (con insulti e urla gridate in faccia) alla quale hanno assistito alcune compagne che per lo spavento si sono messe a piangere, mentre io in preda al panico venivo soccorsa dagli insegnanti. La mia colpa è stata chiedere di rientrare nella mia camera — era l’1.30 — che condividevo con una compagna, che si era chiusa con il fidanzato all’interno e da cui provenivano pianti e voci tutt’altro che rassicuranti. Da quel giorno è iniziato l’inferno”.

Secondo la studentessa, tornati in classe i professori si sarebbero comportati in modo che l’episodio fosse considerato un litigio tra due studenti. “Perché si è voluto ridimensionare un fatto di tale gravità? Perché la comprensione che avevo trovato inizialmente negli insegnanti è andata scemando per trasformarsi quasi in un’accusa? – si chiede la 17enne – La professoressa incaricata di ricostruire i fatti due giorni dopo è sparita e non si è più vista sino a fine anno, altri docenti hanno solidarizzato col responsabile dell’accaduto. A nulla è servito rivolgermi alla dirigente scolastica che mi ha accolto nel suo ufficio solo dopo varie sollecitazioni e dopo aver già sentito l’accusato ma non le testimonianze delle compagne che avevano assistito. Il provvedimento assunto dalla scuola, che definirei ridicolo, nei confronti di chi mi ha aggredito è stata la sospensione di un giorno con presenza obbligatoria a scuola durante la giornata dello sport d’istituto. Mi sono sentita sola, presa in giro, senza sostegno fra i professori che avrebbero dovuto tutelarmi”.

Una situazione che poi ha avuto un epilogo a fine anno scolastico e che ha spinto la ragazza a decidere di cambiare scuola. “A fine anno mi sono ritrovata in pagella un 8 in comportamento, quando nel primo quadrimestre avevo 9. Alla fine ho deciso di cambiare scuola. Quello che non riesco a capire è perché debba essere io a pagare il prezzo di quanto successo” ha concluso la studentessa.

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