Scuola al gelo perché manca il certificato per accendere la caldaia

Oltre 300 alunni dell’istituto comprensivo Via Carotenuto sono stati due giorni al gelo in classe. I vigili del fuoco hanno spento l’impianto di riscaldamento il 21 dicembre. L’appello dei genitori al sindaco Gualtieri.

Non solo la paura del covid, ora anche il gelo, e la burocrazia, tengono gli studenti a casa lontani dalla scuola. A Roma il ritorno in classe per oltre 300 alunni dell’istituto comprensivo Via Carotenuto 30 è durato meno di 48 ore per una caldaia spenta per problemi burocratici. Coinvolti due plessi: la scuola La Crociera di via Garra e il distaccamento di via Guido Biagi, entrambi dipendenti dall’Istituto del quartiere di Casal Bernocchi.

Al gelo per un problema di manutenzione

Ma il problema c’era già prima di Natale. “Hanno anticipato le vacanze natalizie perché senza riscaldamento, ma siamo tornati a gennaio e il problema non è stato risolto“, è lo sfogo di Vania Di Meo al Corriere della Sera, mamma di un alunno di quinta elementare. La donna e suo marito hanno anche scritto un appello al sindaco Roberto Gualtieri: “Ora da genitori, – si legge nella lettera – possiamo sopportare e comprendere ogni difficoltà legata alla pandemia. Quello che non possiamo comprendere, invece, è la sciatteria con cui non si provvede a reperire una certificazione di corretto funzionamento di una caldaia”.

Tutto è partito da una presunta fuga di gas. Alcuni genitori avvertendo odore di combustibile hanno contattato i vigili del fuoco che sono intervenuti sul posto. La caldaia era a posto, ma non il suo libretto, il cui ultimo timbro della manutenzione risaliva al 2017. non era stata presentata la domanda di valutazione del progetto e non c’era neanche la Scia (segnalazione d’inizio attività, ndr)”. Solo per l’approvazione del progetto i vigili del fuoco hanno a disposizione 60 giorni. In queste condizioni molti genitori hanno preferito non mandare i figli a scuola e quindi, di fatto, in didattica a distanza.

Dad “da freddo” per altre due scuole romane

Oltre 500 studenti della succursale del liceo Newton di Roma sono a casa, in Dad, da due giorni per problemi riguardanti il malfunzionamento dell’impianto di riscaldamento a scuola. La preside Cristina Costarelli, che è anche presidente dell’Anp Lazio, ha optato per la didattica a distanza: “Abbiamo voluto far tornare gli studenti a tutti i costi e poi si va in Dad per i riscaldamenti”, ha dichiarato la dirigente scolastica.

Un paradosso che si ripete in molti contesti italiani dove gli studenti hanno deciso di non rientrare a scuola per protestare contro il gelo in classe. Manuela Manferlotti, preside dell’istituto comprensivo Manin, che condivide l’impianto con la succursale del Newton, ha denunciato: “Questo è il terzo anno consecutivo che succede”. E da giorni la preside tenta di mettersi in contatto con gli uffici della Città Metropolitana che dovrebbe risolvere il problema, ma nulla. Che fine ha fatto il sindaco Gualtieri?

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