Solo un candidato su quattro, tra gli aspiranti presidi, avrebbe superato la prima prova al megaconcorso per dirigenti scolastici. Sono circa 8.500 le persone che, secondo un sondaggio ufficioso, potrebbero andare avanti nelle preselezioni dopo la prima giornata di test affrontata lunedì da quasi 35mila candidati, che sperano di occupare uno dei 2.400 posti da preside ancora non assegnati nelle scuole di tutta Italia.
Con un’età media di 49 anni, i candidati, di cui il 73% donne, hanno tenuto la prova in 1.984 aule, con a disposizione 100 minuti per rispondere a 100 domande a risposta multipla. Grazie ai sistemi telematici utilizzati ogni candidato ha conosciuto da subito, al termine della prova, il punteggio raggiunto. Secondo un sondaggio ufficioso ci sarebbe già un primo dato, seppure approssimativo: solo il 25%, avrebbe superato gli 80 punti ai test, vale a dire il punteggio che dovrebbe consentire l’accesso alle altre prossime prove scritte.
Molte le critiche al l’approccio nozionistico dei test, che avrebbe un valore troppo mnemonico. “C’erano alcune domande troppo generiche e fuori contesto – spiegano alcuni candidati all’uscita dai test, come quelle sul bilancio dello Stato e il conto integrato, l’usucapione e l’assicurazione”.
“Se avessimo dovuto preparare noi le domande lo avremmo fatto in maniera un po’ diversa – ammette il presidente dell’Associazione nazionale presidi Antonello Giannelli – con quesiti più legati al mondo della scuola. Invece sono prevalse nozioni teoriche che non hanno molto a che fare con la realtà. Comunque – aggiunge il rappresentante dei presidi – sono stati posti quesiti a livello culturale, poi chi ne sa di più memorizza meglio”.
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