Bonus da 500 euro per la formazione degli insegnanti introdotto dalla Buona scuola in bilico. Secondo la legge che lo ha istituito, le somme andrebbero spese entro il 31 agosto prossimo. La notizia ormai circola con una certa insistenza sul web e nei social da qualche tempo. E i sindacati, considerato il silenzio del ministero dell’Istruzione sulla questione, nei mesi scorsi hanno “consigliato” in maniera informale ai docenti di spendere tutto entro la fine dell’anno scolastico, che si chiude appunto a fine agosto. Ma dal Miur, pur ammettendo che attualmente le cose stanno in questo modo, rassicurano i 760mila docenti che da tre anni percepiscono il bonus da 500 euro all’anno.
“In effetti – dichiarano dal Miur a Repubblica – avremmo dovuto considerare quella come scadenza ultima ma su mandato del ministro stiamo lavorando per rendere disponibili quelle somme anche per il prossimo anno scolastico”. Secondo alcuni, le somme sub iudice sarebbero quelle non spese dello scorso anno scolastico, secondo altri tutte. La riforma Renzi/Giannini nel 2015 ha introdotto la cosiddetta Carta del docente che consente a tutti gli insegnanti di ruolo di acquistare: libri e riviste, spettacoli teatrali e cinematografici, computer e corsi di formazione. Il primo anno furono accreditati direttamente sul conto corrente dei docenti ma andavano rendicontati. Dal 2016/2017 in poi ogni docente è in possesso di un “borsellino elettronico” in cui il ministero ha versato i 500 euro più le somme non spese nell’anno precedente.
Il grosso del budget previsto dalla legge 107 è stato speso per l’acquisto di computer e tablet, anche perché negli ultimi tre anni il registro elettronico si è diffuso in quasi tutti gli ordini e gradi e per gestirlo è più comodo avere un supporto informatico da portare in classe: un portatile o un tablet. Il motivo dell’incertezza che regna sui 500 euro assegnati annualmente a maestri e prof sarebbe un altro. I sindacati temono che al governo giallo-verde possano fare gola i 380 milioni di euro stanziati per la causa. In campagna elettorale, singoli esponenti delle due formazioni che adesso sono al governo si sono pronunciati in vario modo sul tema. E i rappresentanti dei lavoratori temono, com’è già avvenuto lo scorso anno con 20 milioni non spesi, che venga prelevata una quota per fare quadrare i conti pubblici e, magari, finanziare altre priorità. Ecco perché hanno consigliato di spendere tutto entro fine agosto. “Presto – spiegano da viale Trastevere – arriveranno indicazioni in merito”.
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