Una sorta di inno all’Europa. L’hanno chiamato Universal Erasmus e sarà lanciato il 14 febbraio. Non un giorno a caso. Niente a che fare con san Valentino, ma piuttosto il richiamo è alla data che segna il 25esimo anniversario dell’adozione da parte del Parlamento europeo del Trattato presentato da Altiero Spinelli.
I giovani del partito socialista Europeo propongono un vero e proprio appello alla mobilitazione giovanile. Partendo dai risultati negativi dei referendum sul Trattato svoltisi in Francia, Olanda ed Irlanda, prendono atto che l’azione dell’Ue non è percepita come efficace e non è compresa, né condivisa dai cittadini.
“Per credere nel progetto europeo è necessario toccarlo con mano – spiegano -, vivere l’Europa, viaggiare in Europa, studiare l’Europa, lavorare in Europa è il modo migliore per partecipare alla costruzione del progetto democratico più rivoluzionario del mondo. Unire pacificamente popoli diversi, un tempo nemici. In questo disegno i giovani devono essere i protagonisti. Tutti i giovani”. L’appello si ispira, appunto, al progetto Erasmus, con il quale l’Ue da tempo promuove programmi di scambio per i giovani che permettono di fare una esperienza all’estero agli studenti universitari.
Ma, ricordano i promotori dell’iniziativa, ci sono molti altri programmi nei settori dell’educazione formale, non-formale e del volontariato che promuovono la mobilità giovanile. Nei 27 paesi dell’Unione europea vivono oggi 90 milioni di giovani tra i 16 ed i 29 anni, ma di questi solo 300 mila partecipano ogni anno ai programmi di scambio dell’Ue.
“Non sono gli strumenti a mancare, ma la volontà politica. Quello che serve è una semplificazione delle procedure, un sistema d’informazione capillare, un ampliamento dei settori di scambio e soprattutto che l’Unione Europea spenda meglio i suoi soldi”, rileva Giacomo Filibeck, presidente dell’ organizzazione giovanile del Pse.
L’obiettivo dell’iniziativa, che si concretizzerà in una raccolta di firme nei 27 paesi dell’Ue, è quella di offrire a tutti i giovani “la possibilità di vivere l’Europa, di fare un’esperienza in un altro Stato della Ue, presso un ente locale, un’impresa, un’associazione, un’università. In questo modo crescerà una generazione di cittadini europei con le competenze necessarie per affrontare il mondo del lavoro ed il confronto con l’altro in una società multietnica”.
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