Dopo le polemiche per la comparsa di contenuti pubblicitari all’interno dei registri elettronici usati quotidianamente da studenti, famiglie e docenti, ora interviene concretamente il ministero dell’Istruzione e del Merito guidato da Giuseppe Valditara. Con una nota ufficiale inviata a tutte le scuole, chiarisce che è vietato inserire “servizi commerciali e promozionali” all’interno del registro elettronico che la comunità scolastica utilizza per segnare voti, ritardi, assenze e compiti.
Lo stop di Valditara
La nota del ministero indirizzata a tutte le scuole pubbliche e paritarie e agli Uffici scolastici regionali stabilisce i paletti vincolanti per l’uso dei registri scolastici elettronici: “Il registro deve essere esclusivamente orientato al soddisfacimento delle finalità educative e organizzative, nel pieno rispetto della normativa vigente”, si legge nel documento. Da qui il divieto tassativo per l’inserimento di “iniziative commerciali, pubblicità, mini-giochi, oroscopi, chat e link a contenuti esterni con finalità di marketing”. Il ministero ha inoltre sottolineato che il registro elettronico, introdotto per legge dal 2012, “presenta particolari profili di delicatezza”, essendo uno strumento centrale per le funzioni pubbliche della scuola e nella gestione di dati personali sensibili.
L’intervento del ministro Valditara mette quindi un punto all’esplosione del caso legato alla pubblicità sul registro ClasseViva, del gruppo Spaggiari, nonché uno dei più diffusi tra le scuole. Il mese scorso, molti genitori avevano notato la comparsa di banner, consigli per acquisti, pubblicità di servizi di supporto psicologico, attività sportive, corsi di lingua, videogiochi, prestiti studenteschi e altro ancora. Una scelta che aveva scatenato dubbi e critiche da parte di genitori e dirigenti scolastici sulla liceità e opportunità di veicolare messaggi pubblicitari attraverso uno strumento della scuola pubblica. “Non va fatta pubblicità sui registri della scuola”, aveva dichiarato Attilio Fratta, presidente di DirigentiScuola, il sindacato dei presidi. “I dirigenti scolastici spesso non consapevoli di ciò che acquistano”, aveva aggiunto. Pochi giorni dopo era arrivata la retromarcia di Spaggiari con il ritiro dei contenuti commerciali “fino a quando le singole scuole non avranno consapevolmente rivisto il proprio consenso ai singoli servizi”.
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