Compromesso in vista sui nuovi requisiti per le università telematiche. In arrivo un moltiplicatore “2” per i requisiti di docenti, un tetto del 20% alle attività formative da erogare in presenza e il ripristino della regola che l’esame va svolto di persona salvo situazioni eccezionali. Quanto eccezionali lo si saprà nel momento in cui il ministero dell’Università metterà nero su bianco le modifiche che, finora, sono state illustrate oralmente ai rappresentanti degli 11 atenei telematici italiani in seno al tavolo voluto dalla ministra Anna Maria Bernini.
L’ultima riunione si è svolta mercoledì 18 settembre, la successiva dovrebbe tenersi la prossima settimana. Ed è in quella sede che i tecnici del Mur potrebbero portare la nuova versione del Dm che rivede i criteri per l’accreditamento dei corsi sia degli atenei tradizionali che di quelli telematici. Ma il nodo sono proprio questi ultimi perché la previsione originaria di applicare già dal 2024/25 la stretta contenuta in un decreto minsisteriale messo a punto ai tempi del Governo Draghi (il Dm 1154/2021), secondo cui – ad esempio – il rapporto tra docenti strutturati e classe di studenti doveva passare dal “vecchio” uno a tre al “nuovo” uno a uno, ha portato alla levata di scudi di una galassia che è passata dai 45mila studenti del 2012/13 ai 251mila del 2022/23 e da 5.900 a 50mila laureati nello stesso arco di tempo.
L’ipotesi per le telematiche e l’intervento di Bernini
L’ipotesi di lavoro sarebbe ora di portare a uno a due il rapporto citato e dare un anno di tempo agli atenei per adeguarsi. Sia sui corsi già accreditati per l’anno accademico 2024/25 sia quelli che verrebbero accreditati secondo i nuovi parametri a partire dal prossimo 2025/26. Ma su questo così come sulle altre modifiche in vista per le attività formative o gli esami in presenza citate poc’anzi i diretti interessati aspettano prima di leggere la bozza di provvedimento.
Sul nodo telematiche è intervenuta anche la ministra Bernini nel corso del question time e poi attraverso il suo profilo su X. “Quello che mi sta a cuore – ha evidenziato la titolare del Mur – sono percorsi di formazione e offerta formativa di qualità, temi centrali e non negoziabili, che devono essere garantiti in egual misura sia nelle università tradizionali sia in quelle telematiche. Concetti ribaditi anche al tavolo dove – ha aggiunto – ho confermato con forza che il nostro obiettivo è quello di mantenere standard elevati della didattica. Assicurare che tutti gli studenti abbiano le stesse opportunità, indipendentemente dalla modalità di erogazione dei corsi: questo è l’obiettivo del ministero dell’Università”.
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