La preside dell’Istituto comprensivo via Aretusa Donatella Gentilini ha firmato insieme con i colleghi di almeno una dozzina di scuole della periferia est di Roma una lettera aperta per chiedere una modifica alla legge che obbliga i genitori a riprendere i propri figli a scuola fino ai 14 anni. Dall’inizio del nuovo anno scolastico, molti presidi di Roma e del Lazio (ma anche nel resto d’Italia) hanno adottato una circolare che vieta agli studenti fino alla terza media di uscire da scuola da soli per tornare a casa. Questo perché per la legge fino a 14 anni i ragazzi sono considerati «non capaci» e quindi devono essere sempre sotto il controllo di un adulto.
In realtà è così da 20 anni, ma la prassi finora è stata di far firmare una liberatoria ai genitori e lasciare che gli studenti tornassero da soli. Una sentenza della Cassazione dello scorso maggio ha ribadito però che se al ragazzo dovesse accadere qualcosa, anche fuori dalla scuola, sia il preside sia il docente dell’ultima ora sono considerati responsabili. E allora ecco decine di circolari per vietare l’uscita autonoma degli studenti.
Ma, dice la preside Gentilini al Corriere della Sera, «l’applicazione un po’ ottusa della legge si scontra con l’autonomia dei ragazzi: è vero che da 20 anni c’è un vuoto normativo e tutti noi ci affidiamo a Santa Pupa, ma ora bisogna uscire da questa zona grigia». Ecco quindi la lettera aperta che chiede un intervento al legislatore perché chiuda questo vuoto normativo una volta per tutte. «Noi tutti – continua la preside Gentilini – facciamo finta di niente, ma siamo molto preoccupati, perché per i giudici in caso di disgrazia restiamo responsabili, non è giusto: basterebbe mettere mano alla legge e intervenire. È una richiesta di tutti, scuole e famiglie, nell’interesse dei ragazzi.
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