Dopo essere stata licenziata da una scuola della provincia di Treviso a seguito di una condanna per coltivazione di marijuana, un’ex docente chiede ora il reintegro nel mondo dell’istruzione, dopo aver scontato la pena.
Il caso: condanna e licenziamento
La vicenda risale a quattro anni fa, quando l’insegnante è stata sorpresa con piante di cannabis sul davanzale di casa. Dopo la condanna definitiva in tutti i gradi di giudizio, è scattato il licenziamento, in base al regolamento ministeriale che considera i reati legati alla droga come ostativi all’insegnamento, al pari di quelli per mafia, pedofilia e armi.
Dopo la marijuana l percorso di riabilitazione per tornare a insegnare
L’ex professoressa si è affidata alla Uil Scuola di Treviso per avviare le pratiche di reintegro. Giuseppe Morgante, segretario del sindacato, spiega: “Abbiamo seguito il caso passo dopo passo. Essendo il reato ostativo, il licenziamento è stato inevitabile. Avviato il percorso di riabilitazione, ma non ancora concluso”.
Il ritorno in cattedra non è immediato. Servono tempi tecnici e verifiche per valutare la possibilità di ricostituire il rapporto di lavoro e firmare un nuovo contratto. Il sindacato sottolinea come le regole siano rigide, prevedendo l’obbligo di dichiarare eventuali condanne al momento dell’assunzione e di sottoporsi a controlli.
Non è il primo episodio nella zona. Recentemente, un professore condannato trent’anni fa per spaccio ha chiesto la riabilitazione al Tribunale di Sorveglianza per poter tornare a insegnare dopo un periodo nel settore privato.
Di natura diversa il caso di un docente incarcerato per reati non ostativi: il professore ha potuto ottenere permessi per continuare a insegnare, non avendo commesso crimini che impedissero il suo reintegro nel mondo della scuola.
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