Medicina, Uricchio (Anvur) a Corriereuniv.it: “Aumentati i laureati in 10 anni ma molti fuggono all’estero”

“All’estero condizioni di lavoro sempre più attrattive, i ministeri competenti facciano un’attenta programmazione”

Raddoppiati i posti a Medicina in 10 anni, con un obiettivo di 15 mila laureati nell’anno 2027/2028. È la fotografia del Rapporto Anvur sulla formazione dell’area medica nel quale sono proposti dati, analisi, riflessioni, approfondimenti sulla intera filiera formativa medica (dai corsi di laurea alle scuole di specializzazione), sulle modalità di accesso e sull’attrattività di atenei e percorsi di studio anche in relazione ai fabbisogni.

“Obiettivo del focus – spiega a Corriereuniv.it Antonio Felice Uricchio, Presidente dell’Anvur – è fornire una rappresentazione completa e supportata da dati oggettivi sull’evoluzione della formazione medica in Italia negli ultimi 10 anni in relazione ad alcuni indicatori di ambito sanitario e dei modelli di accesso ai corsi di Medicina e Chirurgia, con una visione di ampio respiro, proiettata in un contesto europeo. Diritto alla salute e diritto allo studio costituiscono valori costituzionali che hanno orientato l’agenzia nella redazione e nella cura dello studio. Particolare attenzione è stata riservata anche al decremento demografico, a quello dell’innalzamento dell’età media e alle inevitabili ricadute. Si stima, infatti, che nel 2050 la popolazione residente in Italia si ridurrà a circa 54,4 milioni di abitanti (nel 2021 la popolazione è di circa 59 milioni), di cui 7,7 milioni con almeno 80 anni di età (nel 2021 sono 4,5 milioni), con inevitabili ricadute sulla sanità e sui modelli che le università saranno chiamate a progettare per formare i medici del futuro”.

La sfida demografica per il comparto sanitario

Il Rapporto si pone dunque come una sorta di “Mappa” che approfondisce alcuni degli aspetti cruciali delle formazione medica e che qualifica ulteriormente l’attività dell’Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca (Anvur) che da marzo 2024 è stata accreditata dalla WFME (World Federation for Medical Education) l’organizzazione Internazionale di riferimento per la formazione medica cofondata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità e dall’Associazione mondiale dei medici.

L’accesso ai corsi di Medicina è regolato in tutti i principali Paesi europei (Regno Unito, Francia, Germania e Spagna) con un numero programmato di posti e i criteri per la selezione all’ingresso sono articolati e prevedono sia prove nazionali che valutazioni attitudinali e della carriera pregressa degli studenti. La differenza sostanziale con l’Italia è che non esiste una graduatoria nazionale ma ogni ateneo formula una propria graduatoria in cui valorizza anche i risultati che i candidati hanno ottenuto in test a livello nazionale; altro aspetto riguarda il numero programmato per l’accesso a Medicina che in Spagna e Germania è definito a livello nazionale, mentre in Francia e Regno Unito è stabilito a livello di ateneo. In tutti i Paesi si tiene conto del fabbisogno di medici e della capacità formativa delle sedi, proporzionata alle risorse, alle dotazioni e ai servizi che gli stessi atenei sono in grado di assicurare per la formazione degli studenti. In Italia la capacità formativa è aumentata molto nel corso degli ultimi dieci anni e i corsi di Medicina sono aumentati da 55 (a.a. 2011/12) a 89 (a.a. 2023/24), così come gli studenti iscritti che sono passati da circa 66 mila a 99 mila. Una crescita che è stata trainata anche dall’attivazione di molti corsi di Medicina e Chirurgia in lingua inglese che nell’a.a. 2023/24 sono in tutto 22 e a cui sono iscritti circa 9 mila studenti.

I posti programmati aumentano grazie ai corsi in inglese

“L’aumento dell’offerta formativa di corsi in Medicina – continua Uricchio – ha consentito anche l’aumento dei posti programmati per le immatricolazioni che sono passati da poco più di 9,7 mila posti nell’a.a. 2017/18 al numero complessivo di circa 19,5 mila posti nell’a.a. 2023/24. Il nostro rapporto si ferma all’a.a. 23/24 ma il Ministero ha già previsto che nell’a.a. 2024/25 i posti siano quasi 21 mila”. Logica conseguenza dell’aumento degli iscritti è il graduale incremento dei laureati che si è registrato negli ultimi anni: circa 10 mila laureati all’anno, di cui quasi 9 su 10, provenienti da università statali, con una lenta ma costante crescita fra coloro che hanno frequentato corsi erogati in lingua inglese, passati dallo 0,8% dell’a.a. 2014/15 al 4,6% del totale dei laureati nell’a.a. 2021/22. Numeri e valutazioni che in un’ottica di programmazione a medio termine, potranno identificare il bacino di riferimento dei laureati, quindi l’accesso alle scuole di specializzazione. “Tale crescita – precisa Uricchio – continuerà nei prossimi anni e dalle stime dell’Agenzia si raggiungerà il numero di circa 15 mila laureati entro l’a.a. 2027/28. Si tratta del bacino di riferimento dei futuri medici che però richiede un’attenta programmazione da parte dei Ministeri competenti tenendo conto, tra l’altro, del rilevante numero di medici formatisi in Italia che ogni anno emigrano all’estero: circa 1.000 all’anno. Un investimento e una spesa per la formazione in Italia che poi va a tutto vantaggio di altri Paesi dove i medici trovano opportunità e condizioni di lavoro sempre più attrattive. Importante inoltre evidenziare che il numero di laureati in Medicina ogni 100 mila abitanti (18,2 in Italia) è comunque superiore a quella di Spagna, Francia, Regno Unito e Germania, mentre inferiore è quello degli altri professionisti impiegati nella sanità”.

Oltre tre studenti su quattro soddisfatti della laurea

Grado di soddisfazione degli studenti al termine della laurea. Dal 1999, il Consorzio Interuniversitario AlmaLaurea conduce, con cadenza annuale l’indagine “Profilo dei Laureati”, un focus importante per cogliere il percepito degli studenti al momento immediatamente precedente al conseguimento del titolo di studio presso gli atenei consorziati. Importanti i dati che emergono e che ANVUR ha riportato nel Focus dove complessivamente circa l’84% degli intervistati (risposte “decisamente sì” e “più sì che no”) si dichiara soddisfatto del corso di laurea in Medicina che ha portato a temine con prevalenza di risposte fornite a uno dei due gradienti centrali della domanda (55% circa di rispondenti “più sì che no”).

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