La rivoluzione della carne coltivata riparte da Torino. Dopo che il ministro dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare, Francesco Lollobrigida, ha vietato con una legge la commercializzazione di carne prodotta in laboratorio, l’UE sarebbe orientata a consentire il commercio. In questa querelle arriva l’Università di Torino che ha annunciato: “Un team di ricerca di UniTo ha attivato una campagna di crowdfunding, lanciata sulla piattaforma Ideaginger.it, per finanziare un progetto di studio che ambisce a rivoluzionare la produzione di carne in laboratorio e renderla finalmente una reale alternativa all’allevamento”. Sono stati raccolti 10 mila euro in pochi giorni.
La carne coltivata in Italia
L’iniziativa si chiama CultMeat, i fondi saranno utilizzati per isolare le cellule staminali suine e trasformarle in seguito in cellule muscolari. “La carne coltivata può rappresentare una risposta concreta ai problemi ambientali e culturali che il nostro sistema alimentare attuale non può più ignorare – dichiara a Corriereuniv.it Sveva Bottini, ricercatrice dell’ateneo – ridurre il consumo di risorse naturali di CO2 e garantire il benessere animale sono obiettivi che questo progetto si propone di raggiungere”. Lù Casini, responsabile del progetto di crowdfunding e ricercatrice Dipartimento di Biotecnologie molecolari e Scienze per la salute dell’Università di Torino, raggiunta da Corriereuniv.it afferma: “La carne coltivata è biologicamente identica a quella che conosciamo, ma viene prodotta con un impatto ambientale estremamente ridotto rispetto a quello degli allevamenti. Attraverso l’uso di cellule staminali animali possiamo ottenere tessuti muscolari in un ambiente controllato, utilizzando un metodo che, una volta ottimizzato, potrebbe rivoluzionare l’industria alimentare”.
L’idea alla base della ricerca è superare gli ostacoli tecnologici che fino ad oggi hanno reso la carne coltivata difficile da produrre su larga scala, utilizzando sulle cellule suine un sistema efficace già testato con successo su cellule umane per la medicina rigenerativa. L’Università di Torino ha selezionato CultMeat con la terza edizione del bando Funds TOgether, sviluppato insieme a Ginger Crowdfunding, che gestisce Ideaginger.it, la piattaforma con il tasso di successo più alto in Italia, con l’obiettivo di aiutare le ricercatrici e i ricercatori ad acquisire le competenze per sviluppare campagne di crowdfunding efficaci e sostenerle economicamente. L’Università di Torino infatti raddoppierà i fondi raccolti tramite crowdfunding con un ulteriore contributo di 10mila euro.
Il progetto di crowfunding
“Il crowdfunding si sta dimostrando uno strumento straordinario per coinvolgere le persone in questa importante sfida scientifica”, afferma Alessandro Bertero, docente e ricercatore al Dipartimento di Biotecnologie molecolari e Scienze per la Salute e leader scientifico del progetto. “Una risposta così rapida e così numerosa da parte dei sostenitori ci emoziona e conferma quanto sia sensibile la comunità al tema della nostra ricerca e ai suoi risvolti”.
“Ora che abbiamo raggiunto il primo obiettivo della nostra campagna non ci fermiamo – aggiunge Sveva Bottini – Dedicheremo tutti i fondi in più che raccoglieremo all’acquisto di un coltivatore, uno strumento che, come una sorta di fermentatore, ci permetterà di lavorare con volumi e quantità sempre più alti in modo da facilitare il passaggio dalla ricerca alle applicazioni industriali”. Bertero invita a proseguire il sostegno all’iniziativa: “Abbiamo ancora bisogno – dice – del supporto di tutte le persone sensibili alla necessità di rendere più etica e rispettosa dell’ambiente la nostra alimentazione. Per ringraziare i nostri sostenitori abbiamo ideato tante ricompense, tra cui anche la possibilità di visitare i nostri laboratori e conoscere in modo unico il nostro lavoro”.
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