Un ex insegnante dell’Istituto tecnico professionale Giovan Battista Rubini di Romano di Lombardia è stato condannato a risarcire oltre 231mila euro al Ministero dell’Istruzione e del Merito. Come racconta l’Eco di Bergamo, la Corte dei Conti, sezione prima giurisdizionale centrale d’appello, ha confermato la sentenza di primo grado, rendendo definitivo l’obbligo di restituzione.
Il caso: doppio lavoro incompatibile
L’insegnante, 63enne di Misano di Gera d’Adda, tra il 2010 e il 2020 ha esercitato in parallelo l’attività di subagente assicurativo, in violazione della normativa sull’incompatibilità del pubblico impiego. Le indagini della Guardia di Finanza di Treviglio hanno accertato che il docente svolgeva questa seconda attività senza autorizzazione e con modalità imprenditoriali, incompatibili con il suo incarico di dipendente statale.
La sentenza della Corte dei Conti
Secondo la Corte dei Conti, l’insegnante ha agito con dolo, violando la normativa vigente: ha esercitato per dieci anni un’attività extra-istituzionale senza il via libera del dirigente scolastico, ha dichiarato falsamente di non essere un dipendente pubblico al momento dell’incarico di subagente, deve restituire integralmente le somme percepite come assicuratore durante il periodo di servizio nella scuola.
Il caso solleva nuovamente il tema della compatibilità tra impieghi pubblici e attività private, ribadendo la necessità di autorizzazioni preventive per evitare situazioni di conflitto d’interessi e danni erariali.
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