Iannantuoni (CRUI) a Corriereuniv.it: “Giusto legare qualità reclutamento con il finaziamento ordinario”

“Bene il superamento del contratto di ricerca, ma servono investimenti per poter garantire futuro ai nostri giovani”
Giovanna Iannantuoni, presidente della Crui, durante la presentazione del dispositivo Respiro a Roma – foto Ufficio Stampa Eni

“Questi sono giorni molto importanti perché si è vista la riforma dell’Abilitazione Scientifica Nazionale (ASN), in commissione stanno discutendo di varie forme di pre ruolo, per me l’innovazione molto importante è legare la qualità del reclutamento con anche il riconoscimento del Fondo di Finanziamento Ordinario, è qualcosa che già c’è ma serve riconoscerla perché si lega la responsabilità all’autonomia degli Atenei. A questa autonomia è giusto legare una responsabilità di azione”, dichiara a Corriereuniv.it Giovanna Iannantuoni, presidente della Conferenza dei Rettori delle Università Italiane, rispondendo ad una domanda sulla riforma del reclutamento a margine della presentazione di RESPIRO (Real-time Environmental Sensing for Personal Intelligent Risk Optimization) ed è un dispositivo sviluppato dall’Università di Milano-Bicocca insieme a ROAD – Rome Advanced District, in collaborazione con XearPro srl, al Gazometro Ostiense di Roma.

“Nuovi contratti ‘incarico post doc’ e ‘incarico ricerca’? Investimento sui giovani secondo me è fondamentale, io sono convinta che su questo troveremo una risposta e un accordo – commenta la rettrice in merito all’approvazione ieri dell’emendamento Occhiuto-Cattaneo in Senato dopo l’allarme inviato dal mondo della ricerca –. Ci sono progetti incardinati con il Pnrr che stanno trovando una loro vita anche post. Secondo me la risposta deve essere duplice, da un alto c’è bisogno di semplificazione, per esempio l’attuale contratto di ricerca non è compatibile con le attività clinico assistenziali, un medico non può proseguire dopo il dottorato fino ad essere incardinato nei Dipartimenti, come non è con forme di finanziamenti europei come le ‘Marie Curie’, quindi vanno cambiati. Ma contemporaneamente noi per primi dobbiamo essere capaci di scalare i nostri progetti per garantire un futuro ai nostri giovani”.

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