Femminicidio Ilaria Sula, corteo a Roma: “Ci vogliamo viv3”

In piazza le transfemministe di Non una di Meno. La giovane studentessa romana è stata trovata in una valigia dopo essere stata uccisa a coltellate dall’ex

“Ci vogliamo viv3”. Era quanto scritto sulla striscione alla testa del corteo che ha attraversato mercoledì sera le strade di San Lorenzo. In migliaia si sono radunate e radunati nel quartiere universitario per ricordare Ilaria Sula, uccisa a 22 anni a coltellate dal suo ex fidanzato Mark Samson che l’ha poi messa in una valigia abbandonando il corpo della giovane studentessa di Terni che studiava a La Sapienza in un dirupo a Poli, in provincia di Roma. 

Il corteo nel quartiere San Lorenzo

L’ennesimo femminicidio quello di Ilaria Sula, la cui tragica fine ha riaperto la ferita purtroppo sempre attuale dei femminicidi e della violenza contro le donne. Proprio per “Ilaria, per Sara, per tutt3. Con tutta la rabbia. Con tutto il dolore”, sono scese in piazza nella serata di mercoledì le transfemministe di “Non una di meno”. In migliaia hanno acceso fumogeni e gridato la loro rabbia per la morte della giovane studentessa di statistica.  Il corteo si è svolto senza criticità. Ad annunciarlo nel pomeriggio le transfemministe di Non una di meno: “A novembre del 2023 una grande piazza reagiva al femminicido di Giulia Cecchetin. Abbiamo detto numerose volte che il fatto che la giovane età di Giulia e del femminicida è un indicatore della gravità e profondità del problema, ma diciamo anche da anni che non vi sono femminicidi e transcidi che hanno peso diverso: vengono dalla stessa cultura patriarcale contro la quale, come femministe e transfemministe, lottiamo da anni”.

“Oggi, ad aprile 2025 – continuano le attiviste – ci troviamo nel giro di pochi giorni, con la notizia di due ragazze che sarebbero state coetanee di Giulia, ammazzate per la stessa mano patriarcale: Sara Campanella e Ilaria Sula. Ilaria è la 23esima donna* uccisa quest’anno. Non ne vogliamo una 24esima ma sappiamo anche che ogni volta che un’amica non torna, ogni volta che pesiamo le parole per lasciare o rifiutare un ragazzo, ogni volta che mandiamo la posizione a un* amicə quando siamo a un appuntamento, ogni volta che torniamo a casa a passo svelto la notte, ogni volta la paura è che possiamo essere noi o la nostra amica. La paura è dolore e il dolore è rabbia e sappiamo che solo insieme possiamo stringerci in un abbraccio collettivo, che solo la sorellanza può abbattere questo sistema patriarcale e misogino che non ci risparmia di ricordarci quanto le nostre vite siano ingiustamente precarie. Se non sarà per amore sarà per rabbia. Sicuramente sarà insieme”. 

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