La sessualità rappresenta un tema centrale per i giovani italiani. Un sondaggio condotto dalla Federazione Italiana di Sessuologia Scientifica (FISS), in collaborazione con la cooperativa sociale EbiCo e il sito Skuola.net, ha coinvolto oltre 2.500 ragazzi tra gli 11 e i 22 anni. I risultati rivelano l’urgenza di introdurre nelle scuole italiane un’educazione sessuale più inclusiva, personalizzata e strutturata.
L’indagine ha messo in luce un forte interesse verso argomenti come l’anatomia, la contraccezione, le infezioni sessualmente trasmissibili e i rischi legati alla sessualità. Tuttavia, molti giovani provano disagio nel parlarne con genitori e insegnanti. La richiesta di un’educazione sessuale più aperta, dinamica e incentrata sugli aspetti relazionali emerge con chiarezza. I ragazzi vogliono affrontare questi temi in un contesto sicuro, rispettoso e non giudicante, con il supporto di esperti esterni alla scuola.
Il 81,4% degli intervistati desidera confrontarsi con specialisti in educazione sessuale. Preferisce una didattica mista, che unisca lezioni frontali a momenti pratici e interattivi. Molti ritengono importante iniziare l’educazione sessuale già in età pre-adolescenziale, entro i 12 anni, oppure tra i 12 e i 17. Alcuni la considerano utile persino prima dei 6 anni.
Roberta Rossi, psicoterapeuta e sessuologa, sottolinea la difficoltà di comunicazione con i genitori su questi argomenti. Ritiene fondamentale creare spazi scolastici che coinvolgano anche le famiglie, per facilitare il dialogo. Secondo Rossi, la sola conoscenza biologica non basta ad affrontare le emozioni legate ai primi innamoramenti o alle relazioni più complesse.
Anche Piero Stettini, psicoterapeuta e vicepresidente FISS, evidenzia la necessità di rispondere ai bisogni formativi dei giovani. Le scuole devono offrire momenti di confronto con esperti, capaci di guidare i ragazzi nel riconoscere la propria identità sessuale e affettiva, in un ambiente libero da giudizi.
Roberta Giommi, direttrice dell’Istituto Internazionale di Sessuologia di Firenze, conferma che i giovani vogliono comprendere meglio i propri sentimenti, i pericoli legati alla sessualità e la gestione delle relazioni. La consapevolezza dei rischi, come il bullismo e la violenza online, assume un ruolo centrale nella richiesta di una formazione completa.
I giovani chiedono un’educazione sessuale che vada oltre la teoria. Vogliono essere ascoltati, coinvolti e supportati da figure competenti. Secondo gli esperti, rispondere a questa richiesta rappresenta un dovere educativo e un impegno etico verso le nuove generazioni.
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