Alice Rohrwacher presidente della Giuria Caméra d’Or al Festival di Cannes 2025

La regista e sceneggiatrice italiana Alice Rohrwacher è stata scelta per presiedere la Giuria della Caméra d’Or in occasione della 78ª edizione del Festival di Cannes, in programma fino a sabato 24 maggio. Il prestigioso riconoscimento viene assegnato alla miglior opera prima tra quelle presentate nella Selezione Ufficiale, alla Settimana della Critica o alla Quinzaine des Réalisateurs.

Per Rohrwacher si tratta di un ritorno significativo: è proprio a Cannes che è sbocciata la sua carriera internazionale, e ora sarà lei a premiare il debutto di un altro regista, segnando simbolicamente un passaggio di testimone. «Le prime volte sono sempre importanti e ci accompagnano per tutta la vita – ha dichiarato la regista – come entrare in una stanza sconosciuta, avvicinarsi alla persona amata per il primo bacio o approdare su una terra straniera. C’è qualcosa di dorato che avvolge questi momenti nella nostra memoria. È per questo che il premio più prestigioso per le opere prime si chiama Caméra d’or?».

Un percorso radicato nella scoperta e nella poesia

Nata nel 1981, Alice Rohrwacher è oggi una delle voci più distintive del nuovo cinema italiano, capace di fondere il naturalismo poetico di De Sica con l’estro visionario di Fellini. Il suo stile mescola realismo e magia, con una narrazione sempre attenta all’infanzia, al mondo rurale e ai margini della società. La sua carriera cinematografica si muove tra lungometraggi, cortometraggi e documentari, esplorando con delicatezza i temi dell’origine, della memoria e del cambiamento.

Il suo lungometraggio d’esordio, Corpo Celeste (2011), fu presentato alla Quinzaine des Réalisateurs, e raccontava il mondo attraverso gli occhi di una tredicenne alle prese con la fede e il passaggio all’età adulta. Con il secondo film, Le Meraviglie (2014), Alice conquista il Grand Prix al Festival: ambientato in una fattoria isolata, il film è un racconto intimo e autobiografico sull’infanzia e sul confronto tra tradizione e modernità, attraverso il filtro di un reality show.

Nel 2018 arriva a Cannes Lazzaro Felice, fiaba contemporanea su un giovane contadino dal cuore puro che attraversa il tempo e lo spazio: la pellicola si aggiudica il premio per la Migliore Sceneggiatura, confermando la raffinatezza dello stile narrativo della regista.

Con La Chimera (2023), Rohrwacher conclude una sorta di trilogia sul tema dell’innocenza e della trasformazione. Il film, ambientato nel mondo del traffico illegale di reperti archeologici, riflette sul legame tra le origini e il nostro modo di vivere il presente. Presentato anch’esso in concorso a Cannes, è stato accolto con entusiasmo dalla critica per la sua originalità visiva e profondità filosofica.

Un’opera in continua evoluzione

Accanto ai lungometraggi, Rohrwacher ha coltivato con passione anche la forma breve e documentaria. Fin dai suoi esordi con Checosamanca (2006), ha indagato con sguardo poetico il mondo rurale, la memoria collettiva e l’adolescenza. In 9×10 Novanta (2014) e Futura (2021, realizzato con Pietro Marcello e Francesco Munzi), ha esplorato l’Italia attraverso la voce dei giovani e i mutamenti sociali. Durante il lockdown, ha girato il toccante Quattro Strade, breve diario di isolamento e vicinanza.

Nel 2022 ha presentato a Cannes il cortometraggio Le Pupille, prodotto da Alfonso Cuarón e poi nominato all’Oscar. Quest’anno, invece, ha co-diretto con l’artista JR Allégorie Citadine (2024), una riflessione visiva sull’allegoria della caverna di Platone, uno dei temi fondanti della sua poetica: la ricerca della verità oltre l’apparenza, il cammino verso la consapevolezza.

Una presidente simbolica per un premio che celebra gli inizi

Il Festival di Cannes ha voluto sottolineare come Rohrwacher sia una figura ideale per guidare la Giuria della Caméra d’Or, perché tutta la sua opera si nutre dell’incanto degli inizi, della freschezza dello sguardo, della capacità di cogliere la bellezza nei primi passi. «Con tocchi sottili – scrive il Festival – Alice Rohrwacher dipinge il bagliore dorato delle prime volte».

Il vincitore del premio sarà annunciato durante la cerimonia di chiusura, il 24 maggio. Lo scorso anno la Caméra d’Or fu assegnata a Halfdan Ullmann Tøndel per il film Armand, presentato nella sezione Un Certain Regard.

L’attesa ora è per scoprire quale opera prima conquisterà la sensibilità e l’occhio attento di Rohrwacher. La sua presenza alla guida della giuria rappresenta una celebrazione del talento, della poesia e della forza evocativa del cinema alle sue origini.

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