L’Università di Bologna valuta i propri corsi di laurea e lo farà affidandosi a un gruppo di esperti tra cui ci saranno anche delle aziende. È quanto prevede la nuova iniziativa pensata dall’Alma Mater per cercare di capire l’efficacia di ognuno dei 260 corsi che oggi rappresentano l’offerta formativa di una delle più antiche università europee.
“Ogni corso di laurea definisce una figura professionale – ha detto il prorettore alla didattica Nicola De Luigi all’edizione locale del quotidiano La Repubblica – abbiamo quindi pensato di creare dei comitati di persone che in quegli ambiti già operano e di chiedere loro di vagliare i nostri corsi. Ce lo chiede anche l’Ambur, l’Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca, che ha invitato tutti gli atenei a rafforzare il rapporto con gli stakeholders, ovvero le diverse parti sociali, per mettere alla prova l’offerta formativa”
Quella di Bologna è la prima università a tentare questa strada della valutazione anche se qualcosa di simile accadeva a Milano e Torino riguardo ai Politecnici. “Noi la estendiamo a tutti i corsi e pure ai nostri 51 dottorati di ricerca. Ogni comitato dovrà essere composto da un minimo di dieci figure professionali. Per Scienze della comunicazione, potranno essere editori e giornalisti, per ingegneria edile potrebbe trattarsi di chi si occupa di urbanistica, e così via. Ogni comitato si incontrerà una volta l’anno per fare il punto e poi restituire attraverso un report opinioni, suggerimenti e pure lacune riscontrate” ha aggiunto il prorettore.
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