Per la corsa a cinque alla guida dell’Università degli studi di Perugia avevamo presentato due dei candidati. Oggi scopriremo i rimanenti tre in lizza per il ruolo di rettore dell’Ateneo umbro. “Prenderci cura” della comunità accademica dell’Università di Perugia è il titolo del programma del prof. Massimiliano Marianelli, ordinario di Storia della filosofia e direttore del Dipartimento di Filosofia, Scienze Sociali, Umane e della Formazione. “L’Università deve tornare a essere uno spazio aperto di dialogo tra saperi e persone, dove ricerca -soprattutto la ricerca di base, libera da vincoli-, didattica -di qualità-, e terza missione si sviluppano in armonia”, dichiara il professore a Corriereuniv.it. “Un Ateneo che valorizzi le relazioni, semplifichi i processi, potenzi la partecipazione democratica e rafforzi l’identità pubblica, attraverso un modello di gestione basato su ascolto, coinvolgimento e programmazione”.
Marianelli: “Ateneo che valorizzi relazioni e semplifichi i processi”
“Qualità, inclusione e personalizzazione dei percorsi” sono le parole chiave di Marianelli su cui migliorare la didattica. Che passa attraverso una formazione continua dei docenti e nel supporto metodologico. Rilevante è l’introduzione di una figura “delegata” all’AI per guidare i processi amministrativi. “L’adozione dell’intelligenza artificiale non deve essere percepita come alternativa all’insegnamento ma un’opportunità per rafforzare la relazione educativa. Una garanzia per cui nessuno resti indietro”. Riguardo la ricerca e ai fondi da cercare vista la contrazione dell’FFO il professore punta su trasparenza di “gestione condivisa” rispetto quest’ultimo e “progettualità di qualità, anche le opportunità di fundraising”. Senza contare il rafforzamento delle reti locali, nazionali ed estere per attrarre risorse. “Sul fronte internazionale, valorizzeremo l’Alleanza ARTEMIS e avvieremo nuovi percorsi Erasmus Mundus. Internazionalizzare non significa solo attrarre, ma generare impatto: scientifico, culturale, sociale”, afferma Marianelli.
Per attrarre ricercatori a Perugia dall’estero, invece, il professore punta sulla creazione “di un ufficio di ricerca dedicato alla valutazione della qualità e alla gestione dei progetti locali, l’istituzione di un centro coordinato da un project manager, la creazione di un ufficio per la Terza Missione”. Il docente rimarca l’utilizzo “di un metodo orientato all’ascolto e alla valorizzazione diffusa dei Dipartimenti che promuova una corresponsabilità”. Il coinvolgimento passerà anche per gli studenti di Perugia. Questi ultimi saranno protagonisti di un “tavolo permanente con il Rettore”. “Proponiamo di mantenere la no tax area fino a 30 mila euro e introdurre una low tax area per evitare che chi superi di poco la soglia debba affrontare un carico sproporzionato”. Anche sui dottorati bisogna incidere “riconoscendo adeguatamente il titolo di dottore di ricerca e promuovendone il ruolo nella società contemporanea”.
Signorelli: “Sulle risorse per la ricerca serve una governance allargata”
Quinto contendente presentato alla corsa di rettore dell’Università di Perugia è il prof. Marcello Signorelli, ordinario di Politica economica e direttore del Dipartimento di Economia, il cui programma si fonda su tre parole chiave: concretezza, visione, comunità. “Interventi alle strutture, semplificazione amministrativa, senza dimenticare la centralità delle mission dell’università – ricerca, didattica, terza missione – che possono realizzarsi risorse maggiori di FFO o fuori esso”. Sulle risorse future non si fa illusioni, “il futuro non sarà per nulla semplice”, afferma. “La mia idea è quella di creare un gruppo di lavoro tecnico-scientifico con rettore, pro rettori e delegati. La figura stessa di Rettore – afferma Signorelli – deve essere ridimensionata a livello quantitativo e selezionare dei delegati in una governance allargata”.
Sulla didattica Signorelli sottolinea l’importanza della formazione del personale docente e tecnico sull’AI che “non potrà prescindere anche dalla formazione accademica e nella procedura amministrativa semplificata”. Imprescindibili le connessioni con il territorio ed extra territorio. Per l’attrattività dei ricercatori dall’estero bisogna “creare localmente un ambiente ancora più bello, creativo e accogliente”, mentre per quanto riguarda gli stipendi “va affrontata a livello nazionale”. Un’altra strada da percorrere è quella della maggiore internazionalizzazione “con curricula e corsi di laurea in lingua straniera”. Il rapporto con gli studenti rimane centrale. “Serve un ulteriore coinvolgimento – afferma Signorelli –, da un lato servono gruppi di lavoro specifici che aiutino la governance su tematiche delicate, dando anche più risorse alle attività di rappresentanza, dall’altro l’ingresso dei dottorandi nei consessi come avviene già in altri Atenei. Non dobbiamo dimenticarci che le Università sono nate per gli studenti”.
Porena: “Università di Perugia deve attrezzare i giovani per affrontare le sfide del lavoro”
Un altro dei candidati alla guida dell’Università degli studi di Perugia è Daniele Porena, professore ordinario di diritto costituzionale e pubblico, è direttore del Centro Interistituzionale di Studi e Alta Formazione in materia ambientale. È il più giovane dei cinque candidati a Rettore per Università di Perugia, il suo slogan è: “Università più inclusiva, più innovativa, più indipendente”. Nel corposo programma presentato dal prof. Porena offerta formativa, internazionalizzazione e più ricerca sono gli investimenti sul futuro che l’Ateneo deve assicurarsi. “La didattica, in specie per i corsi di studio magistrali, dovrà dedicare maggiore attenzione ai propri collegamenti con il mondo del lavoro e delle professioni”, dichiara il candidato rettore a Corriereuniv.it. “Dobbiamo contribuire a formare i cittadini del futuro – continua – ma dobbiamo soprattutto dare un futuro ai questi giovani cittadini e per farlo dobbiamo dotarli del migliore corredo di conoscenze e competenze indispensabili ad affrontare in modo attrezzato le sfide del mondo del lavoro”. Sull’uso dell’AI all’interno della didattica? “Può rappresentare una insidia e una opportunità al tempo stesso: è uno strumento che dovrà essere valutato con i tempi della serietà e dell’approfondimento e non con quelli dell’approssimazione.
In momenti in cui c’è penuria di risorse bisogna fare rete e aiutarsi a vicenda. “Bisogna puntare sul rafforzamento delle relazioni inter-ateneo, sia per programmi di ricerca congiunti che canali formativi”. Sulla sinergia con il territorio rafforzare una connessione in cui a guadagnarci sia gli studenti “sul piano dei servizi e del diritto allo studio”. E poi l’internazionalizzazione: “Sempre più in questa epoca storica il territorio di riferimento è il mondo intero”. Il guardare fuori dai confini nazionali riguarda finanziamenti alla ricerca e ricercatori. “Dovremo aprire le porte dell’Università ad ogni opportunità e ad ogni legittimo canale di finanziamento – dichiara Porena – senza perdere di vista la necessità di sfruttare pienamente e al meglio tutte le opzioni normative e finanziarie sul campo”. Mentre per i secondi: “Valorizzare le opportunità normative tese a favorire l’ingresso di colleghi provenienti da altre istituzioni anche attraverso una proficua opera di comunicazione che non si arresti al limite dei confini nazionali”.
Leggi anche altre notizie su CorriereUniv