Terminate le vacanze, inizia il nuovo anno scolastico con l’attesissimo primo giorno di scuola. A settembre gli studenti italiani tornano dietro i banchi e nelle aule: tocca a tutti i bambini e i ragazzi, anche se il giorno d’inizio esatto cambia di regione in regione oppure a seconda che l’educazione sia elementare, media, superiore o dell’università. Oggi comincia l’anno scolastico in Toscana, Liguria, Calabria, Lazio, Molise, Marche, Emilia Romagna, Sardegna, Abruzzo. Gli ultimi a tornare sui banchi saranno mercoledì gli studenti della Puglia.
I problemi, però, non sembrano cambiare: la scuola italiana ha sempre meno docenti. Una situazione che peggiora di anno in anno. Per quest’anno si contano oltre 120mila cattedre scoperte; questo avviene in un paese che dal 2015 a oggi ha assunto a tempo indeterminato circa 180mila docenti con la promessa di sconfiggere la “supplentite”. Ma tale “malattia” ogni fine estate si ripresenta, con l’inizio dell’anno scolastico alle porte. Bisogno di docenti nelle scuole medie e superiori, complice il turn-over rafforzato dovuto a quota 100, che ha prodotto l’uscita di 33mila docenti dalle scuole, al termine delle assegnazioni provvisorie (trasferimenti per rimanere vicino casa), ci saranno per tutto l’anno scolastico almeno 122mila supplenze, in media una ogni sette cattedre.
A lanciare l’allarme è la Federazione lavoratori della conoscenza della CGIL, le cui stime sindacali arrivano a 170-200mila. Su 53.627 cattedre che il Mef – Ministero dell’economia e delle finanze – ha autorizzato a coprire a tempo indeterminato, infatti, allo scorso 27 agosto, risultavano andate a buon fine circa il 30% di nomine. Alla fine si ipotizza che circa 25mila posti restino vuoti per assenza di candidati. Questo problema riguarda sopratutto scuole medie e superiori del Centro-Nord. La “supplentite” riguardo materie come matematica, informatica, lingue e sostegno. La soluzione della messa a disposizione: la corsa da parte di molti neolaureati o disoccupati, non abilitati. Come avviene? Se un preside non ha più supplenti da chiamare per coprire una cattedra vacante, prima cerca i docenti disponibili dalle graduatorie ad esaurimento e da quelle di merito degli ultimi concorsi e poi, quando non ci sono più nominativi disponibili, si passa alle graduatorie di istituto. Nel caso dovessero essere vuote anche quelle, si convoca tra i nominati della messa a disposizione (Mad). Lo scorso anno furono oltre 11mila i contratti a tempo dati agli aspiranti insegnanti presenti nell’ultimo scaglione della graduatoria.
Il Miur – Ministero dell’istruzione, università e ricerca – ha fatto circolare un documento dove invita i presidi a pubblicare le messe a disposizioni per rendere più trasparente il percorso di assegnazione del posto. Una questione politica Da qualche giorno Lorenzo Fioramonti del Movimento 5 Stelle è stato promosso da viceministro a Ministro dell’Istruzione, sostituendo Marco Bussetti. In Campania è iniziato l’anno scolastico mercoledì 11 settembre e il presidente della Regione, Vincenzo De Luca, ha detto: “Da decenni non si comincia un anno scolastico senza fare i conti con calvari di supplenti e docenti e nell’organizzazione”. Fioramonti, qualche giorno in un’intervista al Corriere della Sera, ha detto: “Ci vogliono investimenti subito. Non c’è tempo da perdere, per cambiare servono fondi. Non possiamo continuare ad avere ricercatori precari di 45 anni, o professori non di ruolo che cambiano ogni due mesi. Voglio stabilizzare al più presto gli insegnanti che lo meritano”. Il compito arduo sarà aumentare i finanziamenti, “perché siamo uno dei paesi europei che spende di meno per la scuola” ha spiegato Fioramonti che già da giorni ha aperto la sua personale sfida: trovare almeno 2 miliardi per la scuola nella prossima legge di Bilancio.
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