Falcone

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La strage di via D’Amelio vent’anni dopo

Si commemora oggi la scomparsa del giudice Borsellino, rimasto vittima della mafia vent'anni fa, alle 16.58 del 19 luglio 1992, a causa di un'autobomba imbottita di tritolo che esplose in via D'Amelio, a Palermo, uccidendo anche i suoi agenti di scorta Emanuela Loi, Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cusina e Claudio Traina.

Falcone e Borsellino venti anni dopo

A vent’anni di distanza dagli attentati di Capaci e via D’Amelio, in cui persero la vita Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo, il giudice Paolo Borsellino con gli agenti delle rispettive scorte, la mostra Il silenzio è mafia. Falcone e Borsellino vent’anni dopo, a cura di Contrasto.

Raduni: tutte le radio contro tutte le mafie

(Chi ha paura muore ogni giorno, chi non ha paura muore una volta sola, Paolo Borsellino). Lo speciale ha ricordato il magistrato e la strage di Via D’Amelio, in onda dalle 17.00 alle 20.00 con numerosi e specifici interventi di giornalisti, magistrati e studenti impegnati in prima linea. Rita Borsellino ha affermato che la mancata partecipazione della "marcia delle agende rosse" non indica l'affievolirsi della tensione dei giovani e meno giovani nei confronti della mafia, tematica che riguarda ogni italiano dal nord a sud dello stivale. Ben si riflettono le sue pacate, ma intense parole sulla manifestazione radiofonica che ha visto gli studenti coinvolti e attenti in una netta dimostrazione di responsabilità civile, sia verso la memoria dei nostri eroi moderni, sia verso la bruciante attualità che stiamo vivendo.