Un professore dell’università di Architettura Iuav di Venezia è stato aggredito mercoledì mattina in una calle da un gruppo di giovani con l’accusa di essere vicino al rettore Benno Albrecht e di condividerne i progetti in Medio Oriente. Il docente, con un contratto da associato, sembra sia riuscito a parare i colpi di chi lo ha spintonato perché conosceva un’arte marziale. Quando gli aggressori hanno visto che sapeva difendersi sono corsi via e hanno fatto perdere le loro tracce.
Clima di grande tensione
L’ateneo ha presentato un esposto e ora si sta indagando per ricostruire la dinamica nel dettaglio. “Quanto successo è gravissimo e frutto di un clima carico di tensione — dichiara il rettore Albrecht, che ha mandato una e-mail a tutto il personale per avvisarlo dell’accaduto —. Per me e per altre persone non è più così semplice camminare per Venezia, non sappiamo cosa possa succederci”. Dalle prime ricostruzioni sembra che il professore oggetto dell’attacco si stesse dirigendo a Ca’ Badoer, una delle sedi dello Iuav, quando si è trovato davanti dei ragazzi e ha chiesto loro di spostarsi, per poter passare. A quel punto i giovani gli avrebbero detto che sapevano chi era, che era amico di Albrecht e che approvava i suoi progetti in Medio Oriente. Non si capisce ancora se uno di questi lo abbia colpito con forza o se lo abbia spintonato. Fatto sta che ci sono stati momenti di tensione.
Libero scambio di opinioni
“La nostra Scuola ha sempre ospitato il libero scambio di opinioni — ha scritto Albrecht nella nota dopo aver raccontato l’aggressione — quanto è accaduto è un attacco alla libertà personale inaccettabile e genera un clima di paura e di tensione che compromette la natura dell’Università come luogo di confronto, dialogo e rispetto reciproco”. L’ateneo è l’unico in Italia a partecipare al Gaza Reconstruction Team, il gruppo interministeriale palestinese a supporto del MoPic, il ministero della pianificazione e della cooperazione internazionale per la Palestina, e parte dell’Undp-Pap, il programma delle Nazioni Unite dedicato all’assistenza al popolo palestinese. Tuttavia sembra che a qualcuno il progetto non piaccia, perché non aiuta nel concreto il popolo palestinese e ha un approccio molto occidentale. “Invito tutti ad abbassare la temperatura di un conflitto di opinioni che, come si è visto, può generare conseguenze pericolose — chiude la nota Albrecht —. Faccio appello alla responsabilità della nostra comunità per riuscire a vivere la differenza di visioni e di posizioni in un clima di rispetto e soprattutto di non violenza”.
La condanna degli studenti
Giovedì pomeriggio parte degli studenti e dei dottorandi di Iuav ha organizzato un’assemblea fuori dalla sede centrale dei Tolentini per discutere alcuni punti, inclusa la richiesta di una posizione chiara dell’Ateneo sulla guerra a Gaza, come ha fatto l’Università di Padova interrompendo nuovi accordi con Israele e non rinnovando i vecchi. A terra, una grande bandiera della Palestina e a vigilare poliziotti e carabinieri. “Prima di iniziare — hanno detto gli studenti — vogliamo esprimere la nostra solidarietà al docente coinvolto e condannare qualsiasi forma di dissenso che possa sfociare in atti violenti o che generino un clima di paura”. Il rettore non ha voluto commentare l’assemblea: “È fuori dai Tolentini. Se gli studenti vogliono farmi delle richieste le facciano a me. All’ordine del giorno ci sono possibili accordi che saranno discussi con alcune Università in Israele per le borse di studio”. L’8 giugno è scaduta la convenzione con l’Istituto di Tecnologia di Holon, mentre quella con l’Accademia di Belle Arti di Gerusalemme si protrarrà fino al 2028.
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