Ed è grazie all’Istituto nazionale di Neuroscienze dell’ateneo di Verona che il malato può tornare a sperare. La scoperta principale riguarda le caratteristiche di una proteina, battezzata C-Rel, capace di proteggere i mitocondri dall’azione dei radicali liberi, i principali responsabili dell’invecchiamento. L’assenza di questa proteina porta all’insorgere dei sintomi tipici del Parkinson, come difficoltà nel mantenere la postura eretta e tremori generalizzati. E il team veronese ha portato un contributo fondamentale studiando l’effetto di questa sostanza.
La ricerca è stata testata su una specie di topo di 18 mesi d’età. “Tradotti in età “umana” sarebbero sessant’anni – spiega il prof. Fabene al Corriere del Veneto – siamo riusciti a dimostrare come, nell’animale in cui le funzioni della C- Rel vengono bloccate, si sviluppano i sintomi della malattia e che i sintomi di questi topolini migliorano con il trattamento farmacologico a base di L-Dopa così come accade nei nostri anziani”.