“Studiare Farmacia o CTF significa formarsi come professionisti della salute, tra scienza, responsabilità e innovazione”
Quando si parla di Farmacia e Chimica e Tecnologia Farmaceutiche (CTF), si parla di due percorsi di studio diversi ma complementari, entrambi fondamentali per il mondo della salute e della ricerca. Ne abbiamo parlato con la Prof.ssa Gianferrara, del Dipartimento di Scienze chimiche e farmaceutiche dell’Università degli Studi di Trieste, che ci ha guidato alla scoperta dei due corsi, delle difficoltà iniziali, delle prospettive professionali e dell’impatto che l’intelligenza artificiale sta già avendo nel settore.
Due percorsi, una missione: la salute
Entrambi i corsi – Farmacia e CTF – sono lauree magistrali a ciclo unico di cinque anni, abilitanti alla professione di farmacista. Ma i loro obiettivi formativi sono differenti:
- Farmacia prepara professionisti esperti del farmaco e del suo utilizzo terapeutico, figure centrali nel rapporto tra medico, paziente e sistema sanitario.
- CTF forma specialisti con competenze chimiche, biologiche e farmaceutiche, capaci di seguire l’intero processo che va dalla progettazione alla produzione e controllo dei farmaci.
Cosa si studia
Il biennio iniziale è comune: matematica, fisica, chimica, biologia, anatomia e fisiologia. Poi le strade si differenziano:
- In Farmacia, si affrontano farmacologia, tossicologia, tecnologia farmaceutica, cosmetica, legislazione, dispositivi medici, fino alla gestione della farmacia e ai prodotti nutraceutici.
- In CTF, il focus è più tecnico e industriale: chimica analitica, chimica farmaceutica, farmacologia, biochimica, tecnologia farmaceutica, con uno sguardo costante alla normativa, produzione e controllo di qualità.
Il cuore pratico: il laboratorio
“Le attività di laboratorio sono fondamentali”, spiega la docente.
Nel corso di Farmacia si lavora molto su galenica, cosmetica e piante medicinali.
In CTF, invece, si intensificano le ore in laboratorio chimico e tecnologico, con un taglio più orientato all’industria farmaceutica e alle forme farmaceutiche innovative.
Il salto: dalle superiori all’università
Secondo la prof.ssa Gianferrara, il primo anno può essere un momento critico:
“Serve un nuovo metodo di studio, capacità organizzativa e autonomia. Chi cambia città affronta anche uno sradicamento emotivo. Ma è una grande opportunità di crescita”.
Intelligenza artificiale: una rivoluzione silenziosa
“Nel didattico l’impatto è ancora limitato, ma nella ricerca farmaceutica l’IA è sempre più centrale.”
L’intelligenza artificiale aiuta a identificare malattie, ottimizzare studi clinici, progettare molecole, prevedere efficacia e tossicità dei farmaci, riducendo tempi e costi.
Nella professione del farmacista, si aprono nuovi scenari: assistenti virtuali, strumenti predittivi, automazione dell’inventario.
“La farmacia del futuro sarà un hub di salute intelligente, ma il farmacista resterà il punto di riferimento umano e relazionale per i pazienti.”
E dopo la laurea?
- Con Farmacia, lo sbocco principale è l’attività in farmacie e parafarmacie, ma anche in laboratori pubblici e privati, industrie, ospedali, ASL e servizi farmaceutici.
- Con CTF, si accede a ruoli più tecnici all’interno di tutto il processo di ricerca, produzione e controllo di farmaci, diagnostici e prodotti per la salute.
I consigli della prof.ssa Gianferrara
“Curiosità, costanza, spirito critico. Non abbiate paura di chiedere, fate domande, sfruttate il tutoraggio e le esperienze all’estero con Erasmus. E non trascurate la socialità: anche quella è formazione”.
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