Cercasi laureati disperatamente: le aziende non riescono a coprire 240mila posti di lavoro. Ingegneri elettrotecnici ed esperti informatici i profili introvabili

Sono almeno 240mila i neo dottori che le aziende italiane vorrebbero assumere ma non possono. Secondo i dati di Unioncamere-Anpal e Almalaurea, diffusi oggi dal Sole 24 Ore, lo scorso anno le imprese made in Italy hanno aumentato la richiesta di assunzione di laureati: la quota si è attestata a 634mila profili, il 13,7% del totale dei 4,6 milioni di entrate preventivate (erano il 12,8% nel 2019) ma per 4 su 10, cioè per ben 240mila laureati, le aziende hanno riscontrato enormi difficoltà nel trovare il candidato giusto (la stragrande maggioranza di questi profili sono “Stem”).

In cima alla lista dei laureati letteralmente introvabili ci sono gli ingegneri elettrotecnici e gli esperti informatici con un gap rispettivamente del 74,1 e del 67%: tradotto significa che per 7 assunzioni preventivate 10 vanno clamorosamente a vuoto. Va meglio per altri profili strategici come progettisti e amministratori di sistemi, ingegneri elettronici e in telecomunicazioni, analisti e progettisti di software, tecnici della produzione manifatturiera, per i quali la differenza tra domanda e offerta scende attorno al 6%.

La difficoltà maggiore, quindi, è quella di reperire esperti nelle materie STEM. Un problema ormai cronico del nostro Paese che anche le recenti ricette messe a punto dal Ministero e dal Governo non sembrano essere riuscite a risolvere, almeno per il momento. Pochi giovani e soprattutto donne, infatti, scelgono i percorsi tecnico-scientifici al momento dell’iscrizione all’università.

Le donne laureate, nell’anno accademico 2021, che hanno conseguito il titolo di studio in percorsi STEM sono appena il 18,9% sul totale mentre gli uomini sono il 39,2%, D’altronde a certificare questa “pecunia” scientifica c’è anche l’Istat che specifica come la quota di laureati 25-34enni nelle aree disciplinari scientifico-tecnologiche in Italia sia appena il 24,6% (37,3% sono uomini, solo il 16,2% donne). Diversa la situazione nel resto d’Europa: in Francia sono il 26,8%, 27,5% in Spagna e 32,2% in Germania.

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