“Occupiamo questo spazio perché sentiamo questo luogo come una delle tante contraddizioni aperte nella nostra città – scrivono in un comunicato – Non intendiamo sollevare le criticità del Forum Universale delle Culture, ma usare questo spazio come contenitore informale di incontri e narrazioni da aprire alla città, per dare vita ad un’inchiesta permanente sullo stato dell’arte e della cultura e sulla condizione dei lavoratori dell’immateriale, attraverso nuove pratiche e nuovi linguaggi”.
All’azione partecipano: Teatro Valle Occupato di Roma, Ex-Cinema Palazzo di Roma, I lavoratori dell’arte di Milano, Teatro Coppola di Catania, Arsenale di Palermo, S.a.l.e. Docks di Venezia.
“La cultura è un diritto, una necessità, non un privilegio – continua la nota – proponiamo nuove pratiche, partecipate e condivise, che interrompano i dispositivi di cooptazione dall’alto, convinti che tutte le arti dello spettacolo, come anche la formazione, non possano fondarsi sulla produzione di ricchezza economica, perché i saperi e la conoscenza sono il fondamento per la ricostruzione di una comunità e per lo sviluppo di una collettività sana e consapevole”.
Da oggi e fino a domenica il collettivo convocherà tre assemblee pubbliche su beni comuni, welfare e politiche culturali.