Secondo il Tar del Lazio sono sorrette da sufficienti elementi di buon esito le censure del candidato con le quali lamenta di “non essere stato messo in grado di concorrere mediante strumenti appropriati al suo particolare stato, in condizioni di parità con altri candidati”.
Nonostante diverse sentenze e ordinanze, anche del Consiglio di Stato, continuano a verificarsi episodi censurabili e censurati presso l’Università di Roma La Sapienza a danno di soggetti disabili.
“Non è la prima volta che si verificano fatti del genere alla Sapienza, siamo già dovuti intervenire legalmente per una ragazza cieca a cui durante la prova non erano stati offerti i supporti in braille” – tuona il coordinatore dell’UDU Michele Orezzi soddisfatto per la vittoria, ma particolarmente amareggiato per un episodio del genere – “continueremo a difendere i diritti degli studenti disabili affinché fatti del genere non abbiano più a ripetersi”.
“Vista la gravità della situazione avevamo cercato di evitare il contenzioso con La Sapienza scrivendo direttamente al Rettore, chiedendo anche la ripetizione della prova per il nostro candidato – riferisce l’avvocato dell’UDU, Michele Bonetti – Di fronte ad un diniego formale dell’Ateneo l’UDU non ha potuto far altro che rivolgersi alla Magistratura che ha condannato, ancora una volta, La Sapienza ad ammettere al corso di laurea lo studente”.