Il Cremlino ha confermato una ferma opposizione a qualsiasi tregua natalizia nel conflitto tra Russia e Ucraina, ribadendo che non intende fare concessioni sui territori contesi, in particolare sulla regione del Donbass e altre aree occupate. Il presidente Vladimir Putin non ha dato segnali di disponibilità a interrompere i combattimenti per le festività, rifiutando anche l’idea di una pausa temporanea che sarebbe servita a Kiev per riorganizzarsi.
Secondo il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, la proposta di una tregua di Natale avanzata da alcuni leader europei e sostenuta dall’Ucraina non è accettabile a meno che non sia collegata a un accordo di pace più ampio e duraturo. “Vogliamo la pace, non una tregua che dia sollievo all’Ucraina e permetta di continuare la guerra”, ha affermato Peskov, sottolineando che Mosca vuole raggiungere i propri obiettivi e tutelare i suoi interessi nel lungo periodo.
Il Cremlino ha inoltre ribadito che non intende abbandonare le pretese sui territori occupati, compresi Crimea, Donetsk, Luhansk, Zaporizhzhia e Kherson, rivendicati da Mosca all’interno dello stato russo. Secondo fonti diplomatiche, questa posizione rimane uno degli ostacoli principali a qualsiasi tregua permanente o accordo negoziato tra le parti.
Le dichiarazioni di Mosca arrivano in un momento in cui gli Stati Uniti e partner europei stanno spingendo per un accordo di pace complessivo, con colloqui intensificati e proposte di garanzie di sicurezza per l’Ucraina. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha espresso il proprio sostegno all’idea di una cessazione temporanea dei combattimenti, ma ha anche chiarito che un accordo duraturo dovrà includere garanzie solide e un quadro di sicurezza a lungo termine.
Nonostante gli sforzi diplomatici, la posizione rigida di Mosca sul Donbass e la riluttanza a sospendere i combattimenti nel breve periodo indicano che una soluzione negoziata resta lontana. I leader occidentali continuano a lavorare su piani che prevedono forze di sicurezza multinazionali e un ruolo più ampio della comunità internazionale nella stabilizzazione della regione.
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