Il vaccino come strutturato al momento richiede che l’iniezione venga ripetuta ogni poche settimane. E’ però intenzione del team sviluppare un vaccino tradizionale innestando un agente esterno che il corpo riconosce come nocivo e che dia il via alla produzione di anticorpi. Questo però non è possibile, perché la molecola della nicotina è troppo piccola per essere riconosciuta.
Per questa ragione i ricercatori hanno immaginato una terza possibilità e cioè quella “vaccino genetico“, già utilizzata sui topi per trattare malattie agli occhi e tumori. Per farlo hanno inserito la sequenza genetica di un anticorpo per la nicotina dentro un virus adeno-associato, istruendolo per raggiungere gli epatociti.