Le regionali d’autunno si chiudono senza sorprese, con un sostanziale pareggio tra i due schieramenti. Vincono Alberto Stefani in Veneto, Roberto Fico in Campania e Antonio Decaro in Puglia. Con queste tre affermazioni, il centrosinistra bilancia quelle del centrodestra, che aveva già conquistato Calabria e Marche con Roberto Occhiuto e Francesco Acquaroli. Con il bis di Eugenio Giani in Toscana, il risultato complessivo è un 3 a 3, anche se Antonio Tajani rivendica un “quattro a tre con la Valle d’Aosta, che fa storia a sé”.
Il quadro nazionale conta ora 12 presidenti di Regione del centrodestra, 6 del centrosinistra e uno autonomista. La lettura politica del voto arriva immediata. Matteo Renzi sostiene che “da domani Giorgia Meloni proverà a cambiare la legge elettorale perché ha capito che il centrosinistra unito può vincere le politiche”. Giovanni Donzelli, di Fratelli d’Italia, replica parlando della necessità di “una nuova legge elettorale per garantire stabilità”, mentre Elly Schlein ribatte che “la destra ha paura di perdere” e che con la coalizione attuale “nel 2022 non avrebbero vinto e perderebbero nel 2027”.
Il dibattito sulla legge elettorale è rimandato a domani. Per ora i riflettori sono puntati su Stefani, Fico e Decaro, protagonisti di una vittoria macchiata però da un dato: l’altissima astensione. Ha votato meno della metà dei 13 milioni di aventi diritto, con un calo di 14 punti rispetto alle precedenti regionali.
In Veneto il successo di Alberto Stefani è netto: circa il 65 per cento dei voti, trainato dalla popolarità di Luca Zaia, capolista su tutto il territorio. Stefani, autonomista e considerato erede di Matteo Salvini, porta la Lega a doppiare Fratelli d’Italia, riaprendo gli scenari per la guida della Lombardia nel 2027. Il candidato del centrosinistra Giovanni Manildo resta sotto il 30 per cento. Salvini celebra: “Mi davano per morto”, mentre Meloni, pur incassando la delusione per FdI, parla di “vittoria costruita sulla credibilità della coalizione”. A sorpresa, il medico no vax Riccardo Szumsky supera lo sbarramento, arrivando al 6 per cento.
In Campania la coalizione progressista si compatta dietro Roberto Fico, che supera il 60 per cento e distacca nettamente Edmondo Cirielli del centrodestra. Schlein esulta: “L’alternativa c’è, uniti possiamo battere le destre”, ricordando che “la vera sconfitta di oggi è Giorgia Meloni”, citando Campania, Puglia e lo stesso Veneto dove FdI non ha superato la Lega.
La segretaria dem affonda il colpo: in Campania “hanno candidato un viceministro, sono arrivati ministri a fare promesse e persino un condono riesumato dai tempi di Berlusconi”. I cittadini, sostiene, “non gli hanno creduto perché questo governo non ha migliorato la vita delle persone”. Schlein rivendica infine il lavoro fatto da Decaro e la volontà di puntare su sanità pubblica e lavoro come pilastri anche per la coalizione nazionale.
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