Secondo l’islamista le decisioni adottate produrrebbero «un completo annichilimento del corso di laurea, ma soprattutto dell’orientalistica e dell’africanistica tout court, come dell’arabistica e dell’islamistica». «Ambiti questi in cui – ha aggiunto il preside – la necessità di approfondimento culturale si fa ancora più forte, considerando le ultime vicende del mondo mediorientale. Sorprende che un tale ateneo decida di mettere ai margini la componente orientalistica, che da sempre lo caratterizza».
Ferma la risposta del rettore dell’Orientale, Lida Viganoni, che, facendo appello ai vincoli e ai requisiti minimi richiesti dai decreti ministeriali, ha spiegato: «La facoltà di studi Arabo-Islamici si trova in grande difficoltà nel conservare l’offerta didattica. La scelta di accorpare il corso di studi islamici con Lettere non si ripercuoterà sul contenuto e sulla sostanza dei corsi». La professoressa Viganoni ha quindi assicurato che «l’ateneo è saldamente ancorato alle sue radici».
Manuel Massimo