Alessandro Barbero, storico e divulgatore amatissimo da studenti e insegnanti, non ha mai nascosto la sua passione per l’educazione. Nelle sue lezioni e conferenze, spesso ribadisce un concetto che può diventare un vero faro per la scuola di oggi: studiare la storia non serve a imparare date e nomi a memoria, ma a capire come ragionare sul presente.
Imparare a pensare, non solo a ricordare
Secondo Barbero, la scuola non deve ridursi a un elenco di nozioni. Al contrario, il vero obiettivo è fornire agli studenti strumenti critici per interpretare il mondo. La storia, con le sue domande e i suoi conflitti, insegna a collegare i fatti, a riconoscere le cause e a valutare le conseguenze. In questo senso, non si tratta di ricordare ogni dettaglio, ma di allenare la mente a pensare in modo lucido e autonomo.
Un invito alla curiosità
Barbero ricorda che nessuna materia vive da sola. Studiare la storia significa anche toccare la letteratura, l’economia, la filosofia e la politica. Questo approccio aiuta gli studenti a vedere la scuola come un luogo di scoperta, e non come un obbligo. Coltivare la curiosità, per lui, è il modo migliore per non smettere mai di imparare.
Perché è un insegnamento attuale
In un mondo che cambia velocemente, dove informazioni e fake news circolano ovunque, l’insegnamento di Barbero diventa ancora più attuale. La scuola non deve soltanto trasmettere contenuti, ma allenare i ragazzi a distinguere il vero dal falso, a riconoscere le fonti attendibili e a costruire un pensiero critico.
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