SPECIALE UNIVERSITA’ TELEMATICHE. Il titolo? Lo prendo a distanza

Circa 1.500 studenti nell’anno accademico 2004/2005, quasi 40.000 iscritti in corso nel 2011/2012. In Italia le università telematiche hanno conosciuto un vero e proprio boom in sette anni di attività, oggi esistono undici strutture autorizzate dal Miur e, nel complesso, i discenti online costituiscono poco più del 2% dell’intera popolazione studentesca universitaria. Gli atenei telematici vennero introdotti con il d.m. del 17/04/2003 del Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca di concerto con quello dell’Innovazione Tecnologica che definì criteri e procedure di accreditamento dei corsi di studio a distanza delle istituzioni universitarie abilitate a rilasciare titoli accademici riconosciuti dall’ordinamento giuridico. Il periodo d’oro, però, sembra finito. Stando ai dati pubblicati ad inizio aprile dall’Anagrafe Nazionale Studenti del Miur nel 2012 la costante crescita del numero di studenti si è interrotta facendo registrare per la prima volta nella storia il segno negativo in relazione ai dati dell’anno precedente. Il fenomeno è confermato dal calo delle immatricolazioni: circa 2000 nuove iscrizioni in meno nell’a.a. 2011/2012 rispetto al 2010/2011.

Il Corriere dell’Università Job ha condotto un’indagine su quantità e tipologia di iscritti e laureati agli atenei online integrando i dati mancanti con le indicazioni provenienti dall’Ufficio Statistico del Ministero. In assenza di info complete per l’anno accademico in corso (come riporta l’indicazione in home page del sito https://anagrafe.miur.it/index.php “i dati relativi all’anno accademico 2012/13 sono provvisori”) sono stati raccolti e analizzati i numeri più più recenti. Ecco il quadro che emerge dal loro studio.

Universitari telematici Il totale preciso, aggiornato al 5 aprile 2013, è 39.792. Tante sono state le persone che hanno scelto un’università telematica per frequentare un corso di laurea nel 2011/2012. Di anno in anno, a partire dal lontano 2004, il numero di discenti è aumentato in media di 6500 unità. Soltanto nell’ultimo periodo la crescita si è arrestata, soffermandosi sostanzialmente sui livelli dell’anno precedente. Qual è la tendenza per il 2013? Impossibile dirlo vista l’assenza di dati precisi sulle nuove immatricolazioni ma dal sito del Miur è possibile constatare che la più frequentata università telematica italiana, la Gugliemo Marconi, ha già visto salire la quantità dei propri studenti sino a quota 15.166 (in aumento rispetto ai 14.894 iscritti dell’anno precedente).

Ma chi frequenta le università telematiche? Due studenti su tre sono uomini che appartengono alla fascia di età degli over 30. Questi atenei sono per lo più composti da studenti-lavoratori, persone magari già inserite in un determinato settore professionale e per questa ragione impossibilitate a garantire una frequenza assidua come potrebbe essere quella richiesta nelle università tradizionali. Si tratta perlopiù di professionisti che decidono di specializzarsi e conseguire il titolo a distanza. I giovanissimi under 22 costituiscono appena l’8,5% dei discenti che passano direttamente dalle telematiche per laurearsi. Uno su quattro appartiene alla fascia di età media 23/30 mentre per la decade successiva (31/40) si sale a quota 29%. La maggior parte degli iscritti si ritrova nelle persone al di sopra dei 40 anni che rappresentano il 37% del totale.

Chi è il dottore online? L’ultimo dato completo sui laureati telematici è invece relativo all’a.a. 2010/2011 quando hanno conseguito il titolo 4808 studenti. Anche in questo caso, vista la maggiore quantità di iscritti, gli uomini prevalgono: più del 70% dei dottori sono di sesso maschile. Venendo alla tipologia di lauree conseguite la grande maggioranza dei laureati, quasi quattro su cinque, è ascrivibile all’area sociale (comprensiva delle seguenti aree disciplinari: comunicazione, cooperazione e sviluppo, difesa e sicurezza, diritto, economia, gestione aziendale, scienze dell’amministrazione, psicologia, scienze politiche e relazioni internazionali, scienze del servizio sociale, sociologia, turismo). I restanti laureati telematici si collocano, parimenti, nell’area scientifica e nell’area umanistica. L’ambito sanitario rimane del tutto escluso.

Tra le quattro grandi aree scientifico-disciplinari in cui si articola il complesso dell’istruzione universitaria nostrana il successo del settore sociale è dovuto soprattutto alla presenza dei corsi in scienze politiche (1400 laureati, sempre in relazione all’a.a. 2010/2011), economia (1111) e giurisprudenza (940).

 

LE UNIVERSITA’  TELEMATICHE RICONOSCIUTE DAL MIUR

Università Telematica “LEONARDO da VINCI”

Università Telematica “E-CAMPUS”

Università Telematica “GIUSTINO FORTUNATO”

Università Telematica GUGLIELMO MARCONI

Università Telematica San Raffaele Roma

Università Telematica Internazionale UNINETTUNO

Università Telematica “ITALIAN UNIVERSITY LINE” – IUL

Università Telematica PEGASO

Università Telematica UNITELMA SAPIENZA

UNICUSANO Università degli Studi Niccolò Cusano

Università Telematica “Universitas MERCATORUM”

 

ISCRITTI 2011/2012 DIVISI PE ETA’

Under 22 – 8,5%

Fascia 23/30 – 25%

Fascia 31/40 – 29%

Over 40 – 37%

Altro (non rinvenuto) – 0,5%

I LAUREATI 2010/2011

Area Sanitaria 0

Area Umanistica – 10%

Area Scientifica – 10,5%

Area Sociale – 79,5%

 

SONO ON LINE. E ADESSO? Un account privato con password e utenza personalizzabile. Un libretto elettronico che raccoglie le votazioni delle prove sostenute e traccia tutte le azioni svolte all’interno del portale. Chi è iscritto ad un’università telematica trova a sua disposizione un luogo virtuale in cui muoversi, suddiviso tra l’area di apprendimento con i materiali d’esame (documenti di testo e file audio/video), senza perdere di vista la dimensione umana mediante pagine che rendono possibile l’interazione con i colleghi e l’assistenza lungo tutto il percorso formativo (grazie ad appositi tutor). Così si presenta generalmente lo spazio dello studente telematico. Ogni ateneo è articolato in corsi di laurea le cui materie di studio vengono suddivise in unità didattiche. È comunque obbligatoria una frequenza per i discenti, si richiede loro una partecipazione assidua nel cyberspazio didattico: dalla selezione delle lezioni virtuali allo studio di fatto, dallo svolgimento delle esercitazioni sino alla partecipazione alle attività collaborative con gli altri studenti (forum, chat, sessioni live, etc.).

E-LEARNING. MODELLI A CONFRONTO. L’e-learning, il sistema di apprendimento a distanza mediante il ricorso alle tecnologie multimediali, ha una lunga storia. Nel nostro paese tra i “non addetti ai lavori” lo studio online sconta ancora incertezze e diffidenze, all’estero gode invece di maggiore fiducia e numerosi attestati di stima. Il concetto di università telematica nasce in Europa già negli anni ’70, la Formazione a Distanza (FaD) trova applicazione con l’Open University britannica che permette anche a chi non può frequentare i corsi ordinari di laurearsi. Oggi l’Open University giunge a contare quasi 200.000 studenti. Strutture moderne ed efficienti si affermano rapidamente nel resto del continente: in Spagna nasce la Universidad Nacional Education a Distancia e poi l’Universidad Oberta de Catalunya, in Germania viene riconosciuta la FernUniversitat, in Francia è la volta del Centre National d’Enseignement à Distance, più tardi l’Olanda si dota della Open Universiteit Nederland, in Portogallo viene aperta l’Universidade Aberta e in Grecia l’Open Hellenic University, anche nella regione scandinava vengono istituti centri come la Swedish Net University e la Finnish Virtual University. In Italia, invece, le università telematiche compaiono soltanto in questo ultimo decennio con uno sviluppo decisamente meno organizzato. Nella maggior parte degli stati europei le università telematiche riconosciute, nate grazie all’iniziativa pubblica, hanno trovato espressione in una o due strutture. Il caso italiano rappresenta invece un unicum del sistema. Qui le telematiche sono proliferate per iniziativa dei soggetti privati e sono arrivate a raggiungere un numero di atenei così elevato che è ben lontano dagli standard delle altre nazioni europee.

Grande opportunità o laurea facile? È questo il grande dilemma che spesso ruota intorno alle università telematiche. Il giudizio varia a seconda dei punti di vista e delle esperienze svolte, ci si può limitare ad elencare brevemente i “pro” e “contro” ricorrenti.

L’Università fatta su misura. Da eliminare il luogo comune secondo cui chi frequenta a distanza possa studiare poco e sostenere esami relativamente semplici. In molte telematiche è possibile ricevere una didattica di qualità che non ha nulla da invidiare ad atenei prestigiosi. Non è un caso, inoltre, che al giorno d’oggi quasi tutte le università tradizionali ricorrano a spazi online legati allo specifico corso dove i docenti caricano slides proiettate a lezioni o dispense digitali. Inoltre buona parte di queste stesse università si affida al e-learning per lo svolgimento di master e corsi di perfezionamento. Ambiente accademico, ma non solo. La validità dello studio telematico si riscontra anche nell’utilizzo che ne fanno enti nazionali di formazione come Isfol o Formez. Perché allora scegliere una Università online?

– Didattica “on demand”. È possibile adattare lo studio alle proprie esigenze e ai ritmi quotidiani ottimizzando così il tempo dedicato all’apprendimento

– Accessibilità totale. Basta una connessione internet per rompere qualsiasi barriera di accesso e garantire l’affermazione del lifelong learning (o apprendimento permanente)

– Acquisizione di competenze. Verifica immediata dell’apprendimento, percorsi ipertestuali, processi cognitivi di autoformazione

– Snellimento burocratico. Niente file nelle segreterie o per il ricevimento coi professori. Si fa tutto online

E cosa c’è da migliorare. Esistono appositi organismi istituzionali chiamati a valutare il livello dell’offerta formativa. Oggi questo ruolo è svolto dall’Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca succeduta giuridicamente al Comitato Nazionale per la Valutazione del Sistema Universitari. Se abbiamo descritto rapidamente i vantaggi delle Università Telematiche è giusto chiedersi quali sono le maggiori criticità che emergono? Queste sono messe in luce proprio dal Cnvsu nel 2010, con un dossier ad hoc contenuto nel Decimo Rapporto sullo Stato del Sistema Universitario. Ecco i principali punti deboli evidenziati nel documento, riscontrati anche in alcuni dei rapporti dell’Anvur sulle recenti verifiche dei risultati conseguiti dagli Atenei telematici al termine del primo quinquennio di attività.

– Laureati precoci. Titoli conseguiti prima dei termini grazie al riconoscimento dei crediti, spesso collegato a convenzioni con enti vari.

– Carenza docenti ordinari. Personale di ruolo che non soddisfa i requisiti minimi di docenza in relazione al numero di corsi di studio offerti

– Deboli risorse finanziarie. Risorse investite non corrispondenti ai relativi piani di sviluppo.

– Eccessiva frammentazione dell’offerta didattica e scarsa integrazione delle telematiche col tessuto universitario tradizionale

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