Già sul viale del tramonto degli anni ’80, Margeret Schotte, psicologa americana, scrisse Computer Addiction sulla dipendenza dal computer. Da allora la dipendenza tecnologica siè estesa su scala mondiale. Il prof. Jerald Block questa primavera ha chiesto che tale disagio sia racchiuso nel Manuale statistico e diagnostico dei disordini mentali, classficandolo distrubo compulsivo-ossessivo.
Il primo centro di rabilitazione per i retomani fu inaugurato nel 1995 da Kimberly Young, autrice di Caught in the Net (Intrappolato nella rete). E, ora che l’allarme “retomania” è giunto anche in Italia , il Policlinico Gemelli ha creato una struttura apposita per cura dalle dipendenza da Web, un’attività che crea dei veri e propri “drogati” di chat, comunità digitali, social network.Un uso-abuso indiscriminato e compulsivo di Internet
L’ambulatorio, oltre alla patologia suddetta, si occuppa di un ampio ventaglio di dipendenze, dal gioco d’azzardo all’alcol e stupefacenti.
Lo psichiatra Federico Tonioni ha dichiarato “L’utilizzo patologico di internet provoca sintomi fisici molto simili a quelli manifestati da tossicomani in crisi di astinenza. Garantiremo ai nostri pazienti di contenere quel malessere che per molti durante l’astinenza dal web si trasforma in ansia, depressione e paura di perdere il controllo di ciò che accade in internet“.
Il protocollo di cura prevede diverse fasi: un colloquio iniziale, incontri successivi per individuare la psicopatologia , eventualmente contenuta con un’appropriata terapia farmacologia, e l’inserimento progressivo in gruppi di riabilitazione.
Ieri 3 novembre è stato ricoverato il primo paziente retomane. L’età media prevista per i “futuri” pazienti oscilla dai 20 ai 35 anni.
Per accedere alla prima visita occorre prenotare al numero telefonico 06/30154332.