A tre anni di distanza, rimane il libero arbitrio della creatività dei docenti nell’ideazione di un percorso formativo, parallelo a quello istituzionale. Una scuola della città spagnola di Cuenca, durante le ore di “non religione”, impartisce lezioni di giardinaggio ed esercitazioni informatiche.
In una visione formativa “generalista” verrebbe da chiedersi se l’insegnamento della religione sia da considerarsi un indottrinamento confessionale o un patrimonio storico-culturale dell’individuo. Ri-formulare l’insegnamento della storia della religione (non solo quella cristiano-cattolico) da punto di vista storico e culturale potrebbe accrescere il percorso formativo e personale dei giovani studenti, a prescindere dalla fede professata.