A tal proposito il rettore dell’ateneo camerte solleva tre quesiti:
1- Perché non far riferimento a collaudati criteri verso i quali la comunità scientifica ha manifestato unanime apprezzamento, quali quelli adottati dall’European Research Council?
2- Perché non far riferimento all’anzianità di ricerca, anziché all’età anagrafica, che può causare distorsioni e discriminazioni?
3- Perché introdurre la variabile, tutta italiana, della strutturazione in ruolo, che evidentemente nulla ha a che vedere con il merito e al contrario esclude, ad esempio, brillanti giovani studiosi italiani che stanno conducendo, con le più diverse forme contrattuali, le loro ricerche in prestigiose istituzioni straniere e potrebbero cogliere quest’occasione per rientrare?.
Certo della “volontà del ministro di premiare il merito e l’eccellenza scientifica”, Esposito chiede l’interpretazione autentica “che faccia piazza pulita di certe inspiegabili storture”.
Manuel Massimo