Robot umanoidi utilizzati come assistenti didattici stanno per entrare in alcune scuole australiane con l’obiettivo di supportare i bambini nella lettura ad alta voce, soprattutto quando i genitori non hanno tempo per farlo. Secondo quanto riportato dalla rivista scientifica Nature, due università del Paese hanno sperimentato questi “robot lettori” per offrire agli alunni della scuola primaria un ambiente più rilassato e non giudicante, particolarmente utile per chi prova ansia quando deve leggere davanti ad altre persone.
Dotati di capacità espressive, i robot forniscono feedback positivi attraverso parole, mimica facciale, suoni o variazioni di colore. I test, condotti dalle università Flinders e Macquarie insieme al Social Brain Lab di Zurigo, hanno coinvolto 35 bambini tra i cinque e i nove anni, inclusi cinque con difficoltà nella lettura. Proprio questi ultimi hanno apprezzato di più la capacità delle macchine di mostrare emozioni ed empatia, descrivendole come “gentili e incoraggianti”.
Non mancano però le preoccupazioni. Insegnanti e dirigenti scolastici hanno sollevato dubbi sulla privacy e sulle implicazioni etiche dell’introduzione di chatbot umanoidi nelle aule. Angela Falkenberg, presidente dell’Australian Primary Principals Association, ricorda che il contatto umano resta insostituibile: l’obiettivo, dice, è favorire relazioni reali, fondamentali per la salute mentale e la costruzione della fiducia.
Il dibattito si inserisce in un contesto in cui, secondo l’ultimo State of Australia’s Children Report, un genitore su tre non legge ai figli durante il primo anno di scuola, in aumento rispetto a un genitore su quattro nel 2015.
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