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“In gita chi ha la media del 7”, le risorse sempre più scarse. I presidi: “Dopo Pnrr tornati indietro”

Marco Vesperini by Marco Vesperini
17 Novembre 2025
in Scuola
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Calendario scolastico 2025/2026, quando inizia la scuola a settembre: le date regione per regione

“In gita? Ci vanno solo quelli con la media del 7”. Scoppia un caso a Farrara, dove la scelta del consiglio di istituto dell’IIS Einaudi, di non portare in viaggio di istruzione a febbraio a Napoli gli studenti meno meritevoli, scatena la rivolta dei genitori. La preside, Marianna Fornasiero, in un primo momento parla di “problemi di budget annuale e di spesa”.

“Profondamente sbagliato”, commenta Mario Rusconi, dirigente scolastico dell’Anp di Roma. “Il servizio va erogato a tutti”, aggiunge il presidente dei presidi, Antonello Giannelli. Poi, di fronte alle polemiche, Fornasiero, raggiunta da Corriereuniv.it spiega: “Non lasciamo nessuno a casa. Semplicemente dividiamo gli studenti, che quest’anno hanno aderito in tanti, 160, al viaggio di istruzione, in due tranche: 80 in un primo momento, a febbraio, e altri 80 a maggio. Ci sembrava che il criterio giusto per capire chi partiva prima e chi dopo fosse quello del merito, ma abbiamo capito che così non accontentavamo nessuno. E allora faremo in altro modo”, rassicura. Ma resta il problema delle risorse nelle scuole alle prese costantemente con scelte difficili, per far sì che i soldi del fondo di funzionamento statale possano “coprire” tutti i buchi.

La situazione delle risorse da Nord a Sud

 “Abbiamo un buco nel tetto da un po’ di anni, dove ci piove- ride Andrea Di Mario, preside del liceo classico Carducci di Milano – Non tutti i lavori vengono eseguiti a regola d’arte, evidentemente il tetto non è mai stato riparato a dovere. E stiamo sempre a contare i centesimi. Ora devo far rifare le tende e non so come uscirne. Ma in qaunto liceo devo ammettere che siamo fortunati: l’80% delle famiglie paga il contributo volontario, che possiamo usare anche per interventi di piccola manutenzione. Ho una scuola qui a fianco, frequentata per lo più da stranieri, dove mi dicono che il contributo venga pagato sì e no dal 30%: significa non avere fondi per nessuna emergenza”. Anche nei professionali il tema del contributo volontario fa la differenza: “Io dirigo sia un liceo a Putignano, il Majorana Laterza, che un professionale, il Modugno a Polignano a mare- racconta alle agenzie stampa la preside Margherita Manghisi– E anche se al professionale arrivano più soldi per attrezzature e laboratori, non bastano perché molte famiglie non pagano quella quota. Così all’alberghiero ad esempio non abbiamo i soldi per fare la spesa e far cucinare i ragazzi, un aspetto fondamentale della parte pratica del loro studio: ma mi sembrerebbe brutto farlo fare solo ai ragazzi più bravi, ho preferito rimandare le esercitazioni”. In effetti, dopo l’ondata di risorse dei contributi europei, le scuole sono destinate a tornare ad un regime più stretto: “Essendo finita la festa e l’abbuffata del Pnrr, che aveva consentito di fare delle cose aggiuntive, siamo tornati all’ordinaria amministrazione, e quindi rispetto agli anni scorsi sembra un di meno, ma in realtà le risorse sono sempre le stesse”, spiega Ludovico Arte, preside dell’istituto Marco Polo di Firenze.

Ma il vero tema è anche sapere e poter gestire i fondi a disposizione “data la complessità amministrativa e burocratica e l’inadeguatezza delle nostre segreterie. Che a volte possono portare a rinunciare a candidarsi per ricevere risorse”, sottolinea Simona Favari, dirigente della scuola Caduti sul lavoro di Piacenza. Il tema della burocrazia, del resto, è anche quello che ha gettato nel panico la stessa preside di Ferrara – e molti altri- sulla gestione dei viaggi di istruzione. Da quest’anno scolastico le scuole devono rispettare il Codice degli appalti per organizzare le gite: oltre i 140 mila euro devono rivolgersi ad una stazione appaltante esterna, sopra i 221 mila devono anche avviare una trattativa negoziata, cioè scegliere tra 5 proposte su un capitolato d’appalto. “Tutti gli istituti scolastici sono andati nel panico, perché tra viaggi linguistici e gite si arriva velocemente a quelle cifre”, commenta Adelaide Villa, preside del Marconi di Campobasso. “È vero che il ministero ha annunciato una lista nazionale di stazioni appaltanti e dei pacchetti Consip convenzionati, oltre che l’assunzione di funzionari ad hoc negli uffici scolastici regionali, ma sono tutti provvedimenti ancora in itinere. Io come mi sono regolata? Ho accettato tutti i progetti che mi sono stati inviati, ma non ho sollecitato i dipartimenti che non hanno mandato alcuna proposta, come invece facevo negli anni scorsi. Così ho ridotto molto i viaggi di istruzione“. In realtà il ministero ha, con una circolare del 7 novembre scorso, fornito anche un escamotage: “Possiamo frazionare la spesa in più lotti, suddividendoli per finalità educative- spiega la dirigente scolastico del liceo linguistico “Ninni Cassarà” di Palermo- Per noi è un sollievo, perché essendo un linguistico avremmo raggiunto facilmente i tetti e sarebbe stato molto complicato gestire quei volumi. Così invece, suddividendo tutto, possiamo gestire le gite in autonomia”. 

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