Per quanto superiore alle ipotesi iniziali, e a una prima versione dell’emendamento governativo in materia, l’assegnazione rimane al di sotto del fabbisogno minimo complessivo, indicato dalla CRUI in 500 milioni per le Università statali e in 50 milioni per le Università non statali.
Le Università sono impegnate a gestire con il massimo rigore le risorse a disposizione. Ma deve essere chiaro che, senza fondi integrativi assegnati a breve termine, tenendo eventualmente conto delle eventuali revisioni del carico Irap e dei maggiori introiti già assicurati o che potrebbero ulteriormente derivare dallo scudo fiscale, e senza altre misure compensative, peggioreranno seriamente e, in alcune situazioni in modo irrimediabile, l’efficienza, la qualità e l’equilibrio finanziario degli Atenei.
La CRUI ribadisce, a questo riguardo, la richiesta non più prorogabile di imputare al Sistema sanitario le spese retributive del personale universitario riferito all’assistenza, anche in applicazione del comma 5 dell’art. 8 del decreto legislativo n. 517/1998.
Rispetto a quanto esposto, la CRUI si farà promotrice di un’immediata apertura di un tavolo di confronto con il MiUR e il MEF, al fine di mettere in evidenza il complesso delle esigenze vitali e non sopprimibili del sistema e di individuare le modalità e i canali di intervento.
Inoltre, sottolinea l’esigenza di una più corretta identificazione degli indicatori di valutazione della ricerca e della didattica anche a correzione di quelli utilizzati nell’ultima assegnazione e di ri-considerare le modalità di distribuzione delle risorse ai singoli atenei, l’andamento effettivo dei pensionamenti e del turn over del personale.
Non è d’altra parte pensabile, di fronte al taglio di quasi il 20% sul Fondo di finanziamento degli atenei previsto per il 2011 – i cui effetti porterebbero le Università al tracollo – che si attenda la fine dell’anno prossimo per intervenire, come è appena successo, con emendamenti dell’ultimo minuto alla Finanziaria, in un contesto esposto a tutte le pressioni. E’ pertanto necessario programmare un intervento finanziario mirato al rinnovamento e rilancio del sistema universitario nazionale.
Sul versante privato, gli atenei lamentano una scarsa attenzione alle loro esigenze e chiedono al Governo e al Parlamento una manovra correttiva. Giovanni Puglisi – vice presidente della Conferenza dei rettori, responsabile del Coordinamento nazionale dei rettori delle università non statali aderenti alla Crui e rettore dello Iulm sostiene che la manovra penalizza un sistema universitario di qualità.- e che rappresenta “un atto politico gravissimo di discriminazione verso il sistema accademico privato”.